verrà immenso l’oceano in fragore

fingere che si ricominci

tutto dalle origini

fingere di essere nudi

senza provare vergogna

 

fingere di cercare

solo un riparo dal gelo

una selce per il fuoco

un giaciglio per il sonno

 

fingere che si cominci a imparare

l’umile basso continuo dalle erbe

e dai semi che ignorano gli urti

che da soli s’interrano

solo aiutarli a germogliare scavando

solchi comuni per la nostra sete

fingere di tenerci abbracciati

nell’angoscia del senza confine

quanti vortici di galassie quanti alfabeti ignoti

e sulla terra scoprirci ancora nel timore

di un nuovo assalto dai nostri stessi simili

 

fingere che non siano trascorse

ere di promesse scie di delusioni

e attese ostinate di salvezza

da un arrogante tecnofuturo

noi unici noi onnipotenti

 

verrà immenso l’oceano in fragore

e non potremo più fingere innocenza

per ogni ascolto mancato

vibrare sommesso delle rocce

fruscioparola di erbe e d’ali

 

verrà immenso l’oceano in fragore

e sarà tardi per distinguere

se nero o bianco il colore

delle mitiche vele

sarà forse tardi per un altro abitare