Vento da est sulle sabbie dei faggi
una corona d’oro bagna le labbra
dell’orizzonte – i seni viola
coricati lontano,
palpito orografico di una dea –
è venuto il tempo della pulizia!
Così nell’aria medaglie bronzee volteggiano,
la gloria disseccata in soffio
di quello che fu l’albero
confitto nell’estate
con l’orchestra dei ronzii
ora silente e la muta dei vortici
che si precipita sulle ultime falene
sulle cimici rivoltate e sfinite;
un rombo – ed è la Voce!
ma sottintesa, non si crede,
l’asserzione dei motori,
striscia sonora
la estingue – il vento è chiuso
negli occhi e respira dentro,
dice: “stai in me, fatti portare”