ventisette febbraio duemilaventitre

Coi piedi immersi nell’acqua

e le mani che cercano la luna,

erro,

in cerca di onesta’.

I sogni sembrano smarrire la magia.

E mi chiedo chi sono,

perennemente.

Mi aggrappo al cielo,

strappo stelle

per rattoppare l’anima.

Il discreto silenzio della notte

fuga dubbi e inquietitudini.

L’albeggiare offusca il buio.

Compaiono ombre che inghiottono la fantasia.

Fittizie illusioni confondono orizzonti.

Si screpola la pelle.