Valentino Ronchi – da “Novecento francese”

ronchi

Valentino Ronchi (Milano 1976). Ha pubblicato le prose Vecchi librij per un’epoca incerta (Foschi, 2013), Avevo litigato con uno svizzero (Italic, 2014) e in poesie numerose suite e L’epoca d’oro del cineromanzo. Poesie 2005-2015 (Roma, nottetempo, 2016; Premio Fogazzaro, Premio Mauro Maconi). Ha ricevuto il Premio Montale per l’inedito nel 2004, il Ceppo Opera prima nel 2007, il Premio Carducci nel 2013. Ha creato e gestisce lo studio bibliografico Fiesta Libri, autentico tesoro per chi desidera reperire edizioni fuori commercio di prosa e poesia estera ed italiana.

Valentino Ronchi
(inediti)

 

dalla sezione “Novecento francese” del prossimo libro

 

ronchi 02Com’è mattiniera questa ragazza
l’ho vista ieri, anche, e ieri l’altro
seduta ai tre scalini che scendono nel chiostro
probabilmente arriva col primo treno
da qualche paese con festa del santo
patrono e portici e campi coltivati

(avrà fatto a piedi il tratto da casa
alla stazione guardando se nel fosso
si vede ancora qualche pesce come
quando andava alla scuola per mano
alle amiche, le sue prime mattine. Poi
nel vagone si è rintanata nel cappotto
fra impiegati pellegrini a Milano
e Frêle bonheur, una smilza monografia
su Rousseau, fotocopiata e legata assieme,
la stessa che legge ora, è circa a metà,
noncurante del freddo). Ha questi occhi

grandi, un tratto prima che orientali,
i capelli neri al seno disegnato perfetto
un po’ ingombrante sotto la maglia
tesa a scacchi bianchi e blu e una sciarpina
che non basta al lungo collo. Ora
vado e le domando se per caso oggi
vuol diventare mia sposa o domani
o nel tempo nostro che vorrà venire.
ronchi 04
Ancora esiste da qualche parte un nastro
di Fergnani che parla di Ricoeur e di Lévinas
e poi verso la fine della lezione d’un tratto
si ferma un momento lunghissimo
– pressappoco pari all’eterno – e nel leggero
brusio che monta per il silenzio prolungato
inspiegabile del vecchio professore gli occhi
alla magnolia bionda alla finestra, le spalle
nella  giacca di lana cotta,  lui se ne sta lì
e ascolta, si ascolta, fuori dal tempo
dall’aula dal corridoio da via Festa del Perdono
cercando dentro quanto detto finora
se per caso vi si sia intrufolata una qualche
verità, così per sbaglio, utile chissà mai
a tirare avanti ancora un po’ l’inganno
dolce di voler capire, venirne a capo.

Dunque è questo il nostro novecento,
novecento francese: la mia macchina rossa
parcheggiata sulla riva dell’Adda verde
di salici che nascondono amanti e i libri,
comperati assieme a metà spesa, in una cartella
di cuoio aperta e il resto sui sedili (fra
questi spicca Il-Non-so-che-e-il Quasi-niente
la copertina grigia con due bande blu).
Ricordi quella volta che ti ho parlato,
eri al chiostro e leggevi al freddo? Ora
siamo quaggiù soli soli, è il principio
                               della primavera.


Valentino Ronchi (Milano 1976). Ha pubblicato le prose Vecchi librij per un’epoca incerta (Foschi, 2013), Avevo litigato con uno svizzero (Italic, 2014) e in poesie numerose suite e L’epoca d’oro del cineromanzo. Poesie 2005-2015 (Roma, nottetempo, 2016; Premio Fogazzaro, Premio Mauro Maconi). Ha ricevuto il Premio Montale per l’inedito nel 2004, il Ceppo Opera prima nel 2007, il Premio Carducci nel 2013. Ha creato e gestisce lo studio bibliografico Fiesta Libri, autentico tesoro per chi desidera reperire edizioni fuori commercio di prosa e poesia estera ed italiana.

Fotografia di proprietà dell’autore