Le ruote volano mentre il vento
e la neve sbattono sulle fiancate.
Nell’assordante, stridulo frastuono
ripenso a ogni particolare della mia giornata,
al viaggio con mio padre di questa mattina.
Il rombo assordava anche allora
le orecchie nella tormenta.
“Il vestito appeso lì dietro
– diceva mio padre,
facendo segno al sedile posteriore –
è il vestito di tuo nonno,
quello con cui lascerà questo mondo”.
Fischiavano i venti.
Sferzava la neve sui finestrini.
Raspava a fatica il tergicristallo…
Strizzai gli occhi.
Quando li riaprii, ero solo.
Nel sedile posteriore
ora c’era il vestito di mio padre,
e la bufera di vento e la neve
mi accompagnavano verso casa.
Ero io che portavo me stesso
e il vestito di mio padre.
E in quell’assordante frastuono cupo
ripensavo alla strana situazione
che stavo conducendo il mio essere
qui ora nell’assoluto col mio respiro
nel sempre più oscuro giorno
di un inverno aspro nel presente.