Sopra i tetti che reggono le montagne
le montagne reggono il cielo –
così una ragazza di queste parti disse
di sentire il cielo caderle in testa
ogni volta che tornava alla pianura;
ora qui la vedo in ogni volto
in questo vallone chiuso al sole
e innevato di cime a corona,
la lunga bava sporca della neve
a terra, tapis roulant degli sguardi
e dei piedi che slittano:
una ha il bambino in carrozzina,
un’altra si ferma dai cavalli,
questa parla con l’amica,
l’altra salda il suo sorriso
al vecchio tronco da cui si sporge
per toccare col dito l’ombra
che sale dai suoni del pranzo;
si estenua di piedi il lungo sentiero
vigilia di epifania
turisti bianchi attaccati dai cavalli
non esiterebbero a mangiarseli;
“sono qui per questo? Per la carne?”
domanda quella col figlio in braccio,
anche i cavalli sono bianchi e scambiano
con la neve un tentativo di sparizione.