Silvia Monti – Inediti

MONTISilvia Monti è nata e cresciuta a Morbegno (So). Da alcuni anni vive a Monza dove insegna in una scuola media. Ha pubblicato in due raccolte antologiche (Brevi per un’epica ai vicini, I.S.U. U.C.S.C. Milano, 1997; Aperitivo con Marta, Ed. Clandestine, Marina di Massa, 2005)- Seguono la plaquette Novantasette Km (quaderni di poesia del Gruppo Fara, Bergamo, 2004) e le raccolte più primavera che paranoia (LietoColle, Faloppio, 2006) e così uguale (Lampi di Stampa, Milano, collana Festival, 2008) e la suite d’arte Buoni propositi (edizioni Fuoridalcoro, Svizzera, 2012; con copertine uniche di Aurora Ghielmini; 60 copie numerate a mano) cui segue quasi in clandestinità la suite Betulla (La Pietra Filosofica, 2017). Dal 2008 al 2010 ha curato la rubrica One Shot per la rivista online TellusFolio. Collabora con la rassegna PoesiaPresente per diversi progetti tra i quali “La poesia salva l’anima” attivo da quasi un decennio. Dedica una particolare attenzione alle auto-produzioni, ai non editori, alla libera circolazione della poesia. Silvia Monti
Inediti

Fuori dagli abissi neri ci sono altri
abissi neri, ci sono altri abissi neri
ci sono altri che come me,
fuori dagli abissi neri,
guardano
nel nero degli abissi oscuri
e resistono al richiamo
e vanno avanti

e il sibilìo del risucchio
si fa lento distante affascinante
lontano.

E siamo fuori dagli abissi neri
fuori dai tormenti oscuri

*

resto seduta sulla scala di pietra
e guardo il prato, le ombre, i rami, il noce,
le pietre, le foglie.
resto da sola, seduta,
e ascolto ad uno ad uno i rumori e le voci
e il ghiro che viene a ricordarmi che siamo in tanti
e diversi. svegli, presenti
mentre la notte comincia
e cominciano ad accendersi domande
sottili tra i fruscii, i muscoli del corpo
e le cicale. e sanno dare un nome
a quel che non conosco.

così, mi riconosco
sui gradini di sasso della casa in montagna
al limite del bosco.

*

Canti sotto la doccia
ed è mattina presto, troppo presto
per essere sabato, ed è persino
una mattina d’inverno
quando il letto caldo è un invito
decisamente
insistente.

Tu canti sotto la doccia
io ascolto sotto il piumone e capisco,
dentro la tua bella voce,
che anche uno dei cliché più comuni
(cantare/sotto/la/doccia/)
può essere un momento di rara poesia.

Non la mia, la tua.


Fotografia di proprietà dell’autrice.