Serena Mansueto – Inediti

Serena Mansueto è nata nel 1987 e vive a Bisceglie, in Puglia. È laureata all’Università degli Studi di Bari in Scienze del Servizio sociale. Ha esordito con Travestimenti, raccolta di poesie edita da Eretica Edizioni. Per la prosa ha esordito con un suo racconto nell’antologia C’era una nota in Puglia (Besa Editore). Ha ricevuto il premio speciale Prof. Vincenzo Cicoria per la creatività e l’originalità espositiva, in occasione del concorso-mostra nazionale di poesia La Stradina dei Poeti, con un suo inedito. È stata inclusa nell’antologia della nuovissima poesia pugliese I cieli della Preistoria, edita da Marco Saya Edizioni e suoi inediti sono stati pubblicati nella rivista cartacea Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea di Raffaelli Editore. Alcuni suoi componimenti sono comparsi nella rubrica La bottega della poesia di Repubblica – Bari, a cura di Vittorino Curci ed è stata ospite, per la stessa rubrica, al Festival La luna e i calanchi. Attualmente è redattrice per Laboratori Poesia. Scrive recensioni per riviste cartacee e lit-blog.

 

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Sono ovunque i sentimenti strappati
assomigliano ai graffi sui muri, gli abbracci
prepotenti staccano la corteccia
dagli alberi. C’è una fame urgente
di possessione mentre ci allontaniamo
con la vita per poco riflessa nel vetro
senti come gocciolano i rivoli di gioia
si contano su una mano, afferrati dai bordi
e dispersi un minuto dopo. Solo
dell’indesiderato rimane la forma, il segno
scalfito, qualcuno ne raccoglie i cocci – pensando
alle margherite – e li mostra con fierezza.

 

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Una sola parola resta in piedi nella mente

è l’attesa delle mani, il gesto simile
all’aria dentro le volontà eluse.

Da morta ti presenterò il conto di ogni
                  probabilità mai accaduta.

(Qualcosa proverà ad allineare la certezza
del respiro sul cornicione la caduta. Poi
la fatica di mettere corone di alloro sulla speranza
ogni giorno
                  l’accontentarsi di ogni ora
                  sarà un premio incompreso…)

Si mostrerà la monotonia del nero. Ma
il mio compimento è adesso
e non ho trovato la forza di manovrare
ogni scelta, anch’io sono scomparsa ai doveri.

Alla fine, senza peso
non farò altro che la più piccola parte del dono
: lasciarmi.
A disperdere tutto – nella carità della terra –
ci penseranno gli affetti.

 

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Alcune vette del disamore le abbiamo sfogliate
negli anni e poi imbevute di assenze.

Serve esperienza per pacificare i dialoghi
interiori                   per contare le stigmate
delle verità adunate nelle gole.

Ho imparato poco dalla sottrazione dei giorni
nemmeno a tornare suoi luoghi del pianto
stare sulla punta degli insulti

                  spalare di notte l’accumulo del fiele.

Di come sono bravi gli altri si colmano
gli oceani.

 

*