Ilaria Seclì – tre inediti

SECLIlaria Seclìsalentina nata nel 1975 a Ginevra (Svizzera), ha pubblicato D’indolenti dipendenze (Nardò, Besa, 2005); Chiuderanno gli occhi diario a due voci con Federico Federici, (Genova, Quaderni di Cantarena, 2007), e Del pesce e dell’acquario (Faloppio, LietoColle, 2009). Del 2007 è lo spettacolo teatrale con l’attore e regista Adamo Toma, tratto dalla raccolta inedita La sposa nera. È presente in varie antologie, tra le quali si ricordano Tabula rasa (Nardò, Besa Editrice, 2005), Poeti Circus, i nuovi poeti intorno ai trent’anni (a cura di Giuseppe Goffredo; Alberobello, Poiesis edizioni, 2006), Il segreto delle fragole (a cura di Giampiero Neri e Fabiano Alborghetti; Faloppio, LietoColle, 2006) e A sud del sud dei santi. Sinopsie, immagini e forme della Puglia poetica. Cento anni di storia letteraria (a cura di Michelangelo Zizzi ; Faloppio, LietoColle, 2013).

 

Ilaria Seclì

(inediti)

 

*

se immagino i millenni a ritroso
liberare i fossili tornare levigati e vergini
i paesi riemergere dall’acqua
la terra azzerare i lego di cemento e plastica
metropolitane treni parcheggi fabbriche
se immagino uno zero un crollo
un tempo prima dei comandi, lo stop dei fumi
degli scarichi, se immagino l’inizio
quasi ti do un nome, deserto, ti scopro le pupille
crudo vagito tra ceneri di cose state

 

*

per esempio se ti dico che ritorna il nono mese
da Monte Nero a Settembrini le animate solitudini
e sfocato torna a testa bassa un comizio di paese
un lenzuolo sbandierato sono, un popolato nulla
e un po’ ci credo, l’acqua è vecchia e il box nuovo,
il viale l’ha ingoiato un rubinetto, strade nuove sotto i passi
l’abat-jour sul lato inverso meridiani e paralleli
coi respiri che rinascono da scatole scocciate e poi riaperte
-a che vale- chi teneva il numero dei pacchi stava inerme
e niente è nuovo, ma quel rumore morso
lo schianto lento appena sopra l’ombelico
cosa dice cosa dice cosa dice

 

*

Padre che vegli questo corpo
in cristalli di viete vicinanze
e con me avanzi a farne canto
e preghiera se quieto è il tempo
quando diciamo ricco il niente
e lo spazio vuoto tra pelle e pelle
lo chiamiamo aria e vento
e non feriscono i barbari
sapendo che li muove la voglia
della patria che non hanno.
Padre che vegli questo corpo
sapermi orfana non ti dà pace
ma ti prego di curarla, vederla
questa cosa inconsolabile
mostrami cosa diventa lo spazio
di tanta lontananza.


 

Ilaria Seclì, salentina nata nel 1975 a Ginevra (Svizzera), ha pubblicato D’indolenti dipendenze (Nardò, Besa, 2005); Chiuderanno gli occhi diario a due voci con Federico Federici, (Genova, Quaderni di Cantarena, 2007), e Del pesce e dell’acquario (Faloppio, LietoColle, 2009). Del 2007 è lo spettacolo teatrale con l’attore e regista Adamo Toma, tratto dalla raccolta inedita La sposa nera. È presente in varie antologie, tra le quali si ricordano Tabula rasa (Nardò, Besa Editrice, 2005), Poeti Circus, i nuovi poeti intorno ai trent’anni (a cura di Giuseppe Goffredo; Alberobello, Poiesis edizioni, 2006), Il segreto delle fragole (a cura di Giampiero Neri e Fabiano Alborghetti; Faloppio, LietoColle, 2006) e A sud del sud dei santi. Sinopsie, immagini e forme della Puglia poetica. Cento anni di storia letteraria (a cura di Michelangelo Zizzi ; Faloppio, LietoColle, 2013).

Fotografia di Loredana De Vitis.