Sarah Stefanutti – Inediti

STEFANUTTISarah Stefanutti è una poetessa, ricercatrice ed artista fiorentina, che attualmente vive tra Berlino e Firenze. Fin dalla giovanissima età, la sua curiosità per la diversità culturale la spinge a risiedere in diversi paesi europei ed intraprendere viaggi affascinanti che nutriranno la sua indole cosmopolita e che faranno da sfondo al suo immaginario poetico. Dopo essersi laureata all’Università di Oxford con lode, nel 2010 esordisce con la silloge Parole attraverso l’Europa (Albatros) ed è segnalata per merito al concorso internazionale di poesia Jacques Prévert. Nel 2017 risulta tra i cinque finalisti al Premio Mario Luzi con la silloge Confini, per la sezione di poesia nascente. La raccolta poetica Confini sarà poi pubblicata da Giuliano Ladolfi editore nel gennaio del 2018 e risulterà nella rosa dei finalisti alla XXXVI edizione del prestigioso Premio Firenze 2018, sotto l’alto patronato del Parlamento Europeo. Il suo attuale lavoro artistico consiste nel fondere linguaggio poetico e fotografico. Sarah Stefanutti
Inediti

*

Il Golfo del Bengala

Si svuotava il mare,
con un risucchio di cucchiaio.

Rimanevamo ai suoi bordi
anche noi, gusci spolpati,
in attesa
di un nuovo riempimento.

Il ritorno dei pesci
alle reti.

*

Corpo

Mi ritiro nel mio corpo
come in un pozzo antico.
Mi trattengo un po’
nella conca della mano.
Acqua di conchiglia
scendo il ventre,
mi faccio ampolla
del grande respiro.

Ora, sosto nella lunghezza del ciglio
ora, i canali che mi transitano
li rigenero di mare,
li attraverso di plancton
e dei minerali d’oro.
Ne faccio un brodo primordiale,
che mi pulsa il sangue
e mi sviva il cuore.

*

Ti vedo madre
e sei il mio specchio.
Ogni tuo capello mi corrisponde,
per ogni tuo nervo sento anch’io dolore.

Hai la mia stessa tacca sotto il mento
e i due nei sulla mia pancia
-granelli d’orzo-
sarebbero i tuoi
se non ti avessero cucito
il fianco sinistro.

Rispondiamo nello stesso modo
agli stessi farmaci.
L’alchimia sacra
della chimica del corpo.
Effetto paradosso.


 

Fotografia di proprietà di Davide Mandolini.