Roberta D’Aquino – Tre inediti

roberta daquinoRoberta D’Aquino (1982) è nata a Napoli e risiede a Treviso per lavoro. Ingegnere e consulente informatico, amante del teatro, della fotografia e della letteratura, ha frequentato e coordinato siti e forum di diffusione poetica. È stata semifinalista al Premio Rimini e al Premio Solstizio. Ha esordito con Il senso sparuto del vuoto (Terra d’ulivi edizioni, 2017). Le sue poesie sono apparse sul Blog di Luigia Sorrentino (RAI), Poetarum Silvia e altre riviste e blog.

Roberta D’Aquino
Tre inediti

Dormire e ad occhi chiusi saperti guardare
con l’amore di una madre di una figlia
d’una donna accesa dalle linee del tuo corpo
[ci si perde nel golfo, sta di fronte poco attento
allo sciabordio delle barche in attesa
nell’operoso approdo di un aliscafo di pendolari
alla mattina presto un finto prato e vasi di gerani
che ricordano seni fioriti nel richiamare una carezza]
Dormire come il golfo tra gli intrecci delle reti
e le tue dita al sole o alla mezzanotte
è un po’ come galleggiare nel sapore
di averti avuto addosso, nel ricordo di averti avuto
lacrima da risanare, d’essere stata ala da curare
[è vuoto intanto il lungomare, pochi sportivi corrono
ora è isola pedonale] dovrà cambiare
diventare atollo anello e matrimonio
velo-foschia sui capelli d’una sposa.

*

E dove appari tu
che in questo mare di zolle perdute
vacilli e affoghi
fiamma e stoppino insieme
nella cera albergata tra le mani
sul muro in fondo a questo buio
mi ammansisci
bestia da cortile che pende dalle labbra
di una notte ancora scura

Domani sarà livido come oggi
questo cielo che raccoglie le note
delle tue gambe; la lingua indovinata
da nessun poeta
sento strisciare sulla dorsale
e fili elettrici, eclettici, mi confondono

Toglimi il sangue, dammi uno scroscio
salino. Verrò domani a recarti un fiore
verrò a dondolarti sull’orizzonte
toglimi il sangue fino al vago negli occhi.

*

Ci fu un tale bisogno di abbracci
che ci mettemmo a regalarli nelle piazze
e non bastava, ce li scambiammo
alla stazione, lunghi, con la gente
che ci camminava intorno come un gregge
che evita l’ostacolo o le formiche
intorno a una briciola di pane
Ci mettemmo a sognarli di notte
ogni notte un abbraccio diverso
erano tutte persone passate, occhi
non più visti

Stanotte è toccato a Eduardo
Non lo vedo da anni. Nel sogno
Eduardo aveva avuto una bimba
lo abbracciammo a lungo
Ci svegliammo felici.

 


Fotografia di proprietà dell’autrice.