RITORNO

In silenzio sono entrata

da quella porta

come un ladro

che teme di destare

ricordi solo assopiti.

L’odore freddo

dai muri disabitati

ha investito i miei occhi

chiusi a impedire le lacrime.

Ho spalancato la finestra,

il profumo buono del prato

si è appoggiato morbido

sulla tovaglia

dalle piccole rose in fila

sbiadite;

voci, volti, risa

si sono riversati pieni di vita

nella stanza illuminata dal sole,

sono tornati il calore della stufa,

il buon odore di polenta,

la candela accesa durante la tempesta.

In fondo alle scale

i richiami degli amici

insistevano perché il gioco

attendeva ormai da tempo.

Sulla cassapanca

ho abbandonato la nostalgia

e ho ripreso i miei dieci anni

consegnandoli al vento.