Questo 8 marzo.

Ciao amore,

ti volevo portare 

delle rose rosse 

e fare con te una cena 

a lume di candele.

 

Ma,mi sono smarrito,

la nostra casa non c’è più,

e le strade occupate 

da soldati 

e i locali sono chiusi.

 

Sul tuo viso tanto dolore,

i tuoi occhi smarriti,

il tuo viso scavato,

la tua sofferenza,

Il tuo dolore.

Le tue mani sono fredde,  

sporche di terra e sangue.

 

I nostri bimbi spaventati,

protetti dal tuo grembo.

 

 Le mie rose, cannoni. 

 

Tu, la mia donna.

Tu, la madre genitrice.

 

Al fronte con me 

a difendere la libertà 

di amarci come prima.