Quasi notte. La voce
con cui ti ho detto buongiorno
non mi sembra più mia; penso
sia il raffreddore improvviso,
le vie intasate di muco, tanto
che a cena le parole credevo
mi venissero da fuori;
fuori. Quanto sei stata
fuori a giocare io non lo so; vedo
dalla finestra l’altalena
che ancora dondola avanti
e indietro – ma di poco,
un soffio d’aria – tu assente
hai lasciato come segno
un movimento leggero, di quelli
che se non guardi bene passi
e non ti accorgi.
Quasi notte.
La voce mi viene dal corpo
ma io sono assente. Muove
avanti e indietro per inerzia; ci sei stata
ma chi vede adesso può pensare
un colpo di vento… avanti e indietro
debolmente…