Primož ?u?nik -inediti (traduzione di Miha Obit)

Primož ?u?nikPrimož ?u?nik è nato nel 1971 a Lubiana, dove si è laureato in filosofia e sociologia della cultura. La sua prima raccolta Dve zimi nel 1999 ha ottenuto il premio come miglior libro esordiente in Slovenia. I suoi successivi libri sono stati: Ritem v rokah (2002), Oda na manhatanski aveniji (2003, assieme a Gregor Podlogar e Žiga Kariž), Akordi (2004), Nova okna (2005), Sekira v medu (2006), Delo in dom (2007), Kot dar (2010), Mikado (2012) e Trilogija (2015). A Cracovia, presso la casa editrice Zielona sowa, nel 2002 è uscita una sua miscellanea intitolata Zapach herbaty. Sue poesie sono state pubblicate nell’antologia A Fine Line: New Poetry from Eastern & Central Europe. Traduce dal polacco e dall’inglese. Scrive inoltre critiche letterarie e saggi ed è redattore della rivista Literatura nonché fondatore e redattore della casa editrice di tascabili Šerpa. In italiano è stato pubicato di recente la raccolta Trilogia (Catania, Incerti editori, 2017)

Primož ?u?nik
(inediti)
traduzione dallo sloveno di Miha Obit

Primož ?u?nik 02Zgodnja pomlad, Hopkins

Dežela sredi marca, ko jo premika burjast veter,
po cesti vrtin?i polivinilasto vre?ko, za kak meter –
sem in tja – se znajdemo v vlogi skritih suflerjev,
bele vijolice ob robu podeželskih parterjev –
in publika vejnatih kostanjev, brez, oskubljena
spremlja naštudirano predstavo, ki je tako priljubljena,
da skandira – ni? s pomladjo se ne meri po lepoti.
Ni? – skopneli kupi dreka, znani po svoji grdoti,
ne sence, ki jih me?ejo prezence volov, bran, ostrog,
ne vozovi na premieri, v oseh vrte?i ?astni krog,
ne pomembneži, balkoni ciklam, izbrani seznami …
Kar je za pesnika ekstaza – sezona nad sezonami –
je za igralca erozija – njegove vloge so minule –
na regratove liste v skledi smo posuli primule.


Avvisaglie di primavera, Hopkins

Il paesaggio a metò marzo, mosso dal vento impetuoso,
in strada mulinelli di sacchi di plastica, per dei metri –
qua e là – ci ritroviamo nel ruolo di oscuri suggeritori,
bianche violette ai margini della platea campestre –
ed un pubblico di castagni ramosi, di betulle, scortecciato
accoglie la rappresentazione preparata, così amata
da scandire – di primavera nulla si misura con la bellezza.
Nulla – mucchi disciolti di merda, noti per la loro bruttezza,
non le ombre, turbate dalla presenza di buoi, erpici, speroni,
non i carri alla prima, che roteano sull’asse il giro d’onore,
non i pezzi grossi, i balconi di ciclamini, le liste selezionate…
Ciò che per il poeta è estasi – stagione dopo stagione –
per l’attore è erosione – i suoi ruoli sono finiti –
sulle foglie del tarassaco nella zuppiera abbiamo sparso le primule.

Primož ?u?nik 01
Pomlad, nadaljevanje

Za to bi bilo vredno še enkrat umreti.
Za to idejo – ?as, ki bi ga morala že preboleti,
ko sta kon?ala v gozdu, mlada, s puško na rami,
v trenutkih nevše?nosti, s tovariši, ramo ob rami
in s to novico – trpko, slabo – ki je nakopi?ena
kot vse težave in odpravljena, skomig ramena,
in prestavljena – na jutri – sanje o svobodi, votle,
in skrbno pospravljena, plapolajo?a – šele
nato izrabljena – ponižana, diskreditirana, bole?a.
Ideja pomladi, za vse enaka, s poudarkom »na sre?o«.
Navdušenje nad prapori, vihrajo kot srebrni obeti.
Temu bi bilo vredno še enkrat za?eti verjeti –
kot neko?. Bil je pravi?en boj. Zato. Ni nemogo?e.
(?eprav smo že izpluli, da bi ga stresli v morje,
je veter vrgel ves pepel nazaj med žalujo?e.)

Primavera, continua

Per questo sarebbe il caso di morire ancora una volta.
Per questa idea – il tempo che avrebbero dovuto già superare,
quando erano finiti nel bosco, giovani con il fucile in spalla,
nei momenti del disappunto, con i compagni, spalla a spalla
e con questa notizia – aspra, cattiva – ammucchiata
come tutti i problemi e congedata, un’alzata di spalle,
e trasferita – al domani – sogni di libertà, vuoti,
e sistemata con cura, sventolante – solo
allora utilizzata – umiliata, discreditata, dolente.
L’idea della primavera, per tutti la stessa, con enfasi su «per fortuna».
L’esaltazione per gli stendardi, sventolano come promesse argentate.
A questo dovremmo ancora una volta iniziare a credere –
come un tempo. Era una giusta battaglia. Per questo. Non è impossibile.
(Anche se siamo già salpati per versarla in mare
il vento ha gettato indietro la cenere, tra i parenti in lutto.)

Primož ?u?nik 03
Pozna pomlad

je najpomembnejša. Vse drugo je izgovor zanjo.
Npr. vreme v prvem planu, ki ga jemlješ skrajno
resno. Oblak nad nemškim mestom, bel, prekrivajo?
modrino, razblinjajo? se v brezobli?nost, koprenast
in izginjajo?, kot davna vednost. Pozimi je depresivno,
bil sem osamljen, bolj kot po navadi, napadel
me je ta moderni ob?utek, med vsemi temi grešniki,
pod sivim pokrovom, zdaj si tega ne moreš predstavljati.
Ne. Vse je samo izgovor: hrana, seks, pija?a, mo?,
kariera. Rabil sem leta, da sem spet sestavil ta oblak,
ki zdaj plava skozi mojo glavo – delno obla?no,
bel, izginjajo? in –                            – skoraj nemo.
Mogo?e si nose?a. Ali pa sem sam. Nimam mo?i,
imam samo oblike. Kar koli se zgodi, imaš besedo.

La primavera inoltrata

è la più importante. Tutto il resto è un pretesto per essa.
Ad esempio il tempo in primo piano, che prendi estremamente
sul serio. Una nuvola sopra la città tedesca, bianca, che ricopre
l’azzurro, che si disperde nell’informità, velata
e sfuggente, come un’antica consapevolezza. D’inverno è deprimente,
stavo appartato, più che di solito, mi aveva colpito
questa impressione moderna, tra tutti questi peccatori,
sotto un grigio coperchio, adesso non potresti immaginartelo.
No. Tutto è solo un pretesto: il cibo, il sesso, il bere, il potere,
la carriera. Ho avuto bisogno di anni per ricomporre quella nuvola
che ora fluttua attraverso la mia testa – in parte coperta,
bianca, sfuggente e – – quasi muta.
Forse sei in dolce attesa. Oppure sono solo. Non ho forza,
ho solo forme. Qualsiasi cosa accada, hai la parola.

Primož ?u?nik è nato nel 1971 a Lubiana, dove si è laureato in filosofia e sociologia della cultura. La sua prima raccolta Dve zimi nel 1999 ha ottenuto il premio come miglior libro esordiente in Slovenia. I suoi successivi libri sono stati: Ritem v rokah (2002), Oda na manhatanski aveniji (2003, assieme a Gregor Podlogar e Žiga Kariž), Akordi (2004), Nova okna (2005), Sekira v medu (2006), Delo in dom (2007), Kot dar (2010), Mikado (2012) e Trilogija (2015). A Cracovia, presso la casa editrice Zielona sowa, nel 2002 è uscita una sua miscellanea intitolata Zapach herbaty. Sue poesie sono state pubblicate nell’antologia A Fine Line: New Poetry from Eastern & Central Europe. Traduce dal polacco e dall’inglese. Scrive inoltre critiche letterarie e saggi ed è redattore della rivista Literatura nonché fondatore e redattore della casa editrice di tascabili Šerpa. In italiano è stato pubicato di recente la raccolta Trilogia (Catania, Incerti editori, 2017)

Fotografia dell’autore tratta dal sito Delo


Miha Obit
(1966) vive a San Pietro al Natisone (Udine). Ha pubblicato le raccolte poetiche Notte delle radici (1988), Per certi versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe (Austria, 2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004), Quiebra-Canto (Colombia, 2004), Le parole nascono già sporche (2010) e Marginalia/Marginalije (Lubiana, 2010). Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani generazioni e scrittori come Miha Mazzini, Aleš Šteger e Boris Pahor.Per Atelier ha tradotto Peter Semoli? ; Andrej Ho?evar