Marko Poga?ar – da “Regione nera”

POGACARMarko Poga?ar è nato nel 1984 a Spalato. Poeta prolifico, pluripremiato, che ha al proprio attivo già numerosi libri, non solo di versi ma anche di racconti e saggistica, è redattore delle riviste Zarez e Quorum, nonché presso la casa editrice V.B.Z. Tradotto in una ventina di lingue, tra i numerosi titoli da lui pubblicati si ricordano le raccolte  di poesia: Pijavice nad Santa Cruzom / Trombe marine su Santa Cruz (Zagabria, 2006), Poslanice obi?nim ljudima / Lettere alle persone comuni (Zagabria, 2007), Predmeti / Oggetti, (Zagabria, 2009), Crna pokrajina / Regione nera (Zagabria, 2013).

da Regione nera
(Crna pokrajina, Zagreb, Algoritam, 2013)
traduzione dal croato di Alessandro Salvi

 

Sloboda brojeva
marko 01
No?u brojevi spavaju mirnim snom nule.
izvla?enja su završila,
datumi prešli u op?u hladno?u.
meso, mo?vara me?avom zahva?ena,
krije kruti krajolik kosti.
promet utihne, ništa ne njiše liš?e, ništa ne diše; ?estice
se jedva još sudaraju.
smrt je zalegla na tren, zbunjena, i nitko ne gasi svje?ice.
samo mi, budni, ne mirujemo:
u ?vrsti pejzaž se slijedimo, kao brojevi, rastu?i
jedno zbog drugoga.

 

 

?ekanje pjesme

Ležiš i ?ekaš pjesmu. ne pomi?eš se.
kao podmukla ljepilom premazana
grana koja ?eka na pticu.
naj?eš?e crvenda?a, ili ?ešljugara.
vrebaš sve?an u svojoj šutnji, tih
kao crvenda? ili ?ešljugar
koji nikada nije došao.
pod kožom plahte vlažne od znoja i daha,
vru?e od tijela, kao da ?ekaš na niskom oblaku.
?eškaš se. vrtiš palcima, trep?eš, ponekad
pravilno, ponekad ne, ali miruješ.
vani je zagrizla zima. krv mrzne,
koža napinje le?a, vjetar šiba i grane
oraha grebu brzace u magli prozora.
to je sve što ?uješ i vidiš. znaš da su
izme?u tebe i svijeta stakla, da na tebe ništa
ne može sletjeti. pa ipak ležiš i ?ekaš pjesmu.
?ekaš je.

 

 

Što pjevaju ptice?

Svašta je mogu?e misliti, ali ne.
Nije rije? o nekoj brzoj re?enici,
objavi, slaboj misli; gotovo da je re?i:
nijeuop?e rije?. u svojoj sumi,
tome savršenom izostanku skromnosti,
na golim granama, žicama dalekovoda,
s balkona stambenih blokova, užadi, žila
za vješanje rublja i drugih grijeha
u dugim gnijezdima, zborovima, u zraku
nad tobom, pod tobom, u svojoj i tvojoj glavi
ptice šapu?u: same smo, kako smo same; kako
smo samo same.

 

 

traduzioni dal croato di Alessandro Salvi

 

 

La libertà dei numeri

Di notte i numeri dormono il sonno lieve dello zero.
le estrazioni sono concluse,
le date hanno oltrepassato la più comune indifferenza.
la carne, palude colpita dalla tormenta,
cela il rigido paesaggio delle ossa.
il traffico si calma, nulla muove le foglie, nulla respira; gli atomi
si scontrano appena.
la morte si è coricata un attimo, confusa, e nessuno spegne le candeline.
solo noi, svegli, non ci diamo pace:
nel solido paesaggio ci succediamo, come numeri, crescendo
uno per via dell’altro.

 

 

Aspettando la poesia

Te ne stai sdraiato e aspetti la poesia. non ti sposti di un millimetro.
come un subdolo ramo spalmato
di colla che aspetta un uccello.
più spesso un pettirosso, o un cardellino.
stai appostato solenne nel tuo silenzio, placido
come un pettirosso o un cardellino
che non è mai arrivato.
sotto la pelle le lenzuola umide di sudore e fiato,
calde per via del corpo, come stessi
aspettando su una nuvola bassa.
ti gratti. giri i pollici, batti le ciglia, a volte
regolarmente, altre volte no, ma stai fermo.
fuori l’inverno morde. il sangue agghiaccia,
la pelle tende la schiena, il vento frusta e i rami
del noce graffiano i fagioli primaticci nella nebbia della finestra.
questo è tutto quello che senti e vedi. sai che tra te
e il mondo c’è il vetro, che in te nulla
può atterrare. nonostante tutto rimani sdraiato e aspetti arrivi la poesia.
la aspetti.

 

 

Cosa cantano gli uccelli?

Tutto è possibile pensare, ma no.
non si tratta di una frase affrettata,
un avviso, un pensiero debole; in fin dei conti:
di nulla si tratta. dopotutto,
a questa perfetta mancanza di modestia,
sui nudi rami, sui fili dell’alta tensione,
dai terrazzi degli isolati, dalle funi, dalle vene
per appendere i panni ed altri peccati
nei lunghi nidi, nei cori, nell’aria
su di te, sotto di te, nella propria e nella tua testa
gli uccelli sussurrano: siamo soli, o come
siamo soli; come
siamo solo soli.

 


Marko Poga?ar è nato nel 1984 a Spalato. Poeta prolifico, pluripremiato, che ha al proprio attivo già numerosi libri, non solo di versi ma anche di racconti e saggistica, è redattore delle riviste Zarez e Quorum, nonché presso la casa editrice V.B.Z. Tradotto in una ventina di lingue, tra i numerosi titoli da lui pubblicati si ricordano le raccolte  di poesia: Pijavice nad Santa Cruzom / Trombe marine su Santa Cruz (Zagabria, 2006), Poslanice obi?nim ljudima / Lettere alle persone comuni (Zagabria, 2007), Predmeti / Oggetti, (Zagabria, 2009), Crna pokrajina / Regione nera (Zagabria, 2013).

Fotografia tratta dal sito Wordexpress

Alessandro Salvi (Pola, 1976) vive da sempre a Rovigno. Ha pubblicato Piovono formiche carnivore e altre inezie (Aletti, 2008); Eserciziario di metafisica per principianti, silloge inclusa nel volume collettivo Creare mondi (a cura di Alessandro Ramberti; Rimini, Fara, 2011). Suoi testi sono inoltre reperibili in rete e in numerose antologie. Del 2011 è la plaquette I fori nel mare (Pistoia,  En Avant! Produzioni). Nello stesso anno viene ripubblicata Piovono formiche carnivore e altre inezie (Rovigno, Apeiron; con traduzione in croato a fronte).