Berceuse à Auschwitz
Mon bel enfant en habit bleu
Te voilà bien vêtu de velours angoissant
Mon bel enfant en habit de faim
Je suis le grand nuage où tu cherches du pain
Mon bel enfant en habit de sang
Ta mère ne peut plus te reverser le sien
Mon bel enfant en habit de vers
Ils brillent pour ta mère comme des étoiles
Mon bel enfant en habit de folie
Au crochet de mon cœur vous prendrez ces guenilles
Mon bel enfant en habit de fumée
Vous ne m’avez pas dit si je peux me tourner.
* * *
Ninna nanna ad Auschwitz
Mio bel bambino in abito blu,
eccoti ben vestito di velluto angosciante
Mio bel bambino in abito di fame,
sono la grande nube dove tu cerchi il pane
Mio bel bambino vestito di sangue
Tua madre non può più porgere il seno
Mio bel bambino vestito di un verso
Brilleranno per tua madre come delle stelle
Mio bel bambino vestito di follia
Ai limiti del mio cuore prenderai questi brandelli
Mio bel bambino vestito di fumo
Non hai detto se posso girarmi.
Da “Le Blessé”, 1951; raccolta in “Anthologie de la poésie française du XXe siècle” (Gallimard poésie, 2000).
Fotografia tratta dal web.
Pierre Morhange è nato nel 1901 a Parigi da una famiglia ebrea. Fu professore di filosofia a partire dal 1932 e fondò assieme a Henri Lefebvre la rivista Philosophies (1924-1925), diresse inoltre l’Esprit (1926-1927) e la Revue marxiste. Militò nel movimento surrealista, entrando poi però in contrasto con André Breton. Paul Valery lo inserì nella sua antologia di poeti francesi contemporanei. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, venne perseguitato in quanto ebreo, ma riuscì a scampare all’olocausto nascondendosi. Il tema dell’olocausto è uno dei temi più ricorrenti nelle opere dell’autore. Caduto nell’oblio, le sue opere sono ancora oggi difficilmente reperibili, ma a dispetto di ciò l’autore è menzionato nell’autorevole antologia Gallimard della poesia francese del ventesimo secolo. Le opere che possiamo ricordare sono le seguenti: La vie est unique (Gallimard, 1933); Bouquet de poèmes pour mes amis de Bigorre, (Tarbes, 1949) ; Autocritique suivie de pièces à conviction, (Seghers, 1951) ; La Blessé (Al Colporteur, 1951) ; La robe (Seghers, 1954) ; Poèmes brefs (revue Strophe, 1966) ; Le Sentiment lui-même (Pierre-Jean Oswald, 1966)
Vladislav Karaneuski (Minsk, Bielorussia, 1999) vive a Monza, è laureato in lettere all’Università degli studi di Milano con una tesi in filologia romanza, sta attualmente continuando gli studi specializzandosi nella medesima disciplina. Suoi articoli di letteratura, critica, storia, linguistica e filologia romanza sono usciti per riviste online come ilSuperuovo, Frammenti Rivista, Magma Magazine e Arateacultura. In via di pubblicazione è una sua plaquette poetica per un progetto antologico sostenuto dall’Università IULM di Milano.