Ha il corpo immacolato della gioia
e rimpiange ancora esausta la sua notte
Piazza San Francesco quando è l’alba
e la violenta e la tortura il sole
che viene a ripulirla dal suo buio.
Rimbomba ancora, negli antri della chiesa,
la preghiera dei corpi forsennati.
Calda, come mare piatto
che ha derubato il giorno del segreto
di calore e luce piena ed ora è sazio
e può ignorarlo e farne a meno
nella danza artificiale della notte.
Tace sempre il monumento,
muto come un tempo muto era
il mondo minerale, senza vita
né parole, corpi o desideri.
È pietra
e come pietra tace.
È giusto
e come il giusto sta, solennemente
zitto, ad aspettare un corpo
inginocchiato al suo cospetto.
Bisognerà disobbedire a molti mondi
immaginari, per accettare questo
in cui quel grande tempio verticale
ancora non si piega ad abbracciare
la sua piazza.