© Fotografia di Seán Jackson

Peter Scalpello – Limbic (Cipher Press, 2022)

Estratti da ‘elegy’ [“elegia”] - Traduzione e nota di Piero Toto in esclusiva per Atelier Poesia

Elegia della vulnerabilità: due poesie di Peter Scalpello

Traduzione e nota a cura di Piero Toto

Il connubio tra poesia, stupefacenti e stati di alterazione dell’essere e dell’identità non è nuovo, soprattutto se si pensa all’eco mondiale di autori quali Rimbaud, Baudelaire, la Beat Generation e, con sguardo più locale, Cattaneo. La peculiarità di questi autori risiede nella franchezza e nella freschezza dei loro versi, che scandagliano con curiosa assuefazione poetica tutto un mondo che altrimenti sarebbe rimasto nascosto nel loro subconscio, in assenza di corporeità.

Più recentemente nel mondo queer questo connubio (al netto dell’input poetico) ha dato vita al fenomeno del chemsex, termine coniato dal compianto psicoterapeuta sessuale australiano David Stuart, che lo ha definito come “l’uso di droghe specifiche, utilizzate specificamente per il sesso, da parte di uomini gay e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini” e che ha indagato a fondo il fenomeno, evidenziandone usi, abusi e impatto sulla comunità LGBTQ+.[1]

Peter Scalpello, poeta e psicoterapeuta sessuale, ha infuso nei suoi versi della sua prima raccolta, Limbic (Cipher Press, 2022) l’esperienza del chemsex con l’introspezione identitaria e collettiva, facendo emergere una poetica celebrativa dell’intimità e del sesso di rilevanza assolutamente contemporanea, che (ri)attribuisce significato a vecchi significanti, che ridefinisce una comunità e in cui il corpo si fa testimone di innumerevoli e indicibili battaglie, guidato da una mente brillante alla ricerca di senso attraverso rituali edonistici.

Quella di Scalpello si inserisce in un quadro più ampio di (ri)nascita della poesia di espressione queer in ambito anglosassone, una “contropoesia” che irrompe e si afferma per il suo desiderio anomico di riappropriarsi del carattere non-normativo della propria esperienza. Nella poesia di Scalpello, la salda ego-referenzialità confessionale delle esperienze è ancorata ad una lucida disamina della parola, della sua portata dirompente all’interno di un vissuto e di un ambiente a tratti claustrofobici ma mai asfissianti o tali da far perdere ogni cognizione. Il verbo di Scalpello è vivo, “la roba” è viva: siamo di fronte alla giustapposizione di sfaccettature della cultura queer che si intersecano con altrettante sfaccettature delle identità e dei corpi queer.

È proprio durante la scrittura di Limbic che Scalpello ha iniziato a mettere in discussione la propria identità, accertandone e accettandone infine la sua natura non binaria. Questa presa di coscienza ha influito sulle traduzioni qui proposte, in cui il non binarismo si affida – d’intesa con Scalpello e nel rispetto di questa presa di coscienza – alla sperimentazione grafico-linguistica tramite l’uso dello schwa come soluzione desinenziale per l’adozione di un linguaggio (più) inclusivo, come proposto dalla sociolinguista Vera Gheno e come rintracciabile tra l’altro nelle recenti traduzioni dallo spagnolo dell’artista Elias Miguez a cura di Davide Caroleo[2].

* Un particolare ringraziamento a Lorenzo Mari e a Giorgia Tolfo per il supporto offerto durante la stesura delle traduzioni, nonché a Fabio Michieli, Carlo Ragliani e Alessandro Brusa per la breve ma efficace consulenza post-nota.

[1] https://davidstuart.org/what-is-chemsex

[2] http://www.revistaelhumo.com/

 

*        *        *

 

T H E   H O T L I N E

Since I have more time on my hands
Now that my lover must work
And I gave up
I watch the hours fill
All transparency between us
Like joint aphonia
And give myself
To the job of remembering
In order
To erase

It goes like this
Each night I call the hotline
To the deceased and although
They say you know something’s wrong
When the dead pick up every time
You do
And briefly
It feels like being held
Under the weight
Of compulsion

I want to talk
I want to pretend that
Acute tolerance to living
With the undesired and irreversible
Can be deciduous

When I reach you
You say something kind
Followed by something viscerally painful
Then something
Utterly mundane

I just wanted you to know
As knowing is a kind of cruelty
About the boundaries I lack
And the surplus of handshakes
That wring out of me
About the nights put into
Psych bed 28
And that I lied
I don’t have a lover
Irid nor decent

I just wondered if you’d heard
As herding is communion
That I am affected by the world
And the feeling isn’t mutual
That I live

With desire to do bad
For the repentance that chases action
And I realise now
That you did too
Maybe it’s a draw

I’m not dead
You answer and hang
Up from
Wherever you are
Hiding

I wake to the moon behind slate cloud
Still the water bends

 

*

 

H O T   L I N E

Poiché ho più tempo da perdere
Adesso che il mio tesoro lavora
E mi sono arresə
Osservo le ore riempire
Tutta la trasparenza tra di noi
Come un’afonia congiunta
E mi dedico
Al ricordo
Con lo scopo
Di sopprimere

Va così
Ogni sera chiamo la hot line
Dei morti e anche se
Mi dicono c’è qualcosa che non va
Se i morti rispondono ogni volta
Tu rispondi
E brevemente
Sembra di essere schiacciatə
Dal peso
Della compulsione

Voglio parlare
Voglio far finta che
L’acuta tolleranza al vivere
Con l’indesiderato e l’irreversibile
Possa essere decidua

Quando riesco a parlarti
Mi dici tenerezze
Seguite da qualcosa di visceralmente doloroso
Poi da qualcosa
Di assolutamente banale

Volevo solo che sapessi
Poiché sapere è una forma di crudeltà
Dei confini che non ho
E delle troppe strette di mano
Che mi vengono estorte
Delle notti passate
In psichiatria al letto 28
E che ho mentito
Non ho nessuno da amare
Né iride o decenza

Mi chiedevo solo se fossi al corrente
Poiché seguire la corrente è una sorta di comunione
Che sono condizionatə dal mondo
E il sentimento non è reciproco
Che vivo

Desiderando di fare del male
Per il pentimento che segue all’azione
E mi rendo conto adesso
Che lo facevi anche tu
Forse siamo pari

Non sono morto
Mi rispondi e
Riagganci da
Ovunque sia
Il tuo nascondiglio

Mi sveglio con la luna dietro nuvole grigie
L’acqua continua a incresparsi

 

*

*        *        *

 

Peter Scalpello (Glasgow, Scozia) è poeta queer e psicoterapeuta. Le sue poesie sono apparse in numerose pubblicazioni, tra cui «Five Dials», «Granta», «The London Magazine» e «The New York Times». La sua prima raccolta, Limbic, è stata selezionata per il premio “Books Are My Bag” indetto dai librai britannici e irlandesi, e ha ricevuto una menzione speciale al premio “Forward Prize for Poetry”.

Twitter @p_scalpello.

 

Piero Toto è un poeta bilingue residente a Londra, dove lavora come traduttore dall’inglese e come senior lecturer in traduzione presso la London Metropolitan University. In Italia ha pubblicato la silloge tempo 4/4 (Transeuropa Edizioni, 2021), segnalata al Premio Internazionale Mario Luzi 2021. Sue traduzioni dall’inglese e inediti in italiano sono rinvenibili su «Interno Poesia», «Atelier», «Menabò online», «La Repubblica» e «Queerographies». Le sue poesie in lingua inglese sono apparse su riviste e blog letterari britannici e internazionali.

Twitter/Instagram: @pierototoUK.