Al chiarore scintillante della luna
il negromante nebulizza particelle
e rigira le parole,
come fa l’insonnia.
Del giorno non è rimasta che la ferita:
s’impara a dimenticare la sera
nei sonagli da gamba delle danzatrici.
Il tuo volto, scrigno di seta cangiante
dove ogni cosa prende radice,
è la prima stesura di un amore.
L’anarchia del tuo sopracciglio
smuove il governo dei sensi.
Il cuore fa ancora troppo rumore.