Patrick Dubost- inediti

DUBOST

Patrick Dubost. Dopo studi di matematica e musicologia si appassione rapidamente alla scrittura poetica e alle possibilità di sperimentarne oralmente. Ad oggi è autore di una trentina di raccolte, pratica la “lettura-performance” esponendo i propri testi attraverso sia la gestualità che con la voce, spesso moltiplicata e lavorata in studio con composizioni elletroacustiche. Ogni poesia, di lunghezza variabile tra i 2 e i 12 minuti è appoggiata ad un dispositivo sonoro, visuale e poetico autonomo. Performance di Dubost, oltre che in Francia, avvengono in festival e manifestazioni in Tunisia, Argentina, Italia, Albania, Canada, Libano, Gran Bretagna, Grecia e Croazia.Diverse le traduzioni delle sue opere e dei libri tradotti, la perfomance integra la seconda lingua come una voce supplementare della polifonia. Tra le raccolte si segnalano 13 poèmes taillés dans la pierre (Edition La Boucherie Littéraire, 2016), Oeuvres poétiques (tome 2), (Editions La Rumeur Libre, 2013), Mélancolie douce (Editions La Rumeur Libre, 2013; Prix J.J. Lerrant des Journées d’auteurs de théâtre) e i CD La parole immobile (con Bernard Fort, GMVL, mini-CD, 2007) e L’archéologue du futur (Editions GMVL, 2004). Informazioni sulle sue opere e produzioni, qui

Patrick Dubost
(inediti)
traduzione dal francese di Giuliano Ladolfi

 

DUBOST 01

Les trains sous la mer

1
J’ai pris le train
        pour Buenos Aires.
Un train qui va sous la mer.
Il fait une nuit éternelle
        dans ce train sous la mer.
Le temps se compte en heures de nuit.

2
C’est un grand silence
        à voyager sous la mer.
On entend quand même
        les accords au lointain.
On les entend déjà quelques milliers
        de kilomètres avant d’arriver.
Les sons portent loin sous la mer.

3
Quelques milliers de kilomètres
        avant d’arriver, on aperçoit
                les premiers danseurs.
On devine avant même
        d’entendre la musique on sait
                qu’ils fabriquent la musique
        par la danse.

4
Lorsqu’ils sont endormis (ou
        simplement immobiles) la
              musique engendre la danse.
La musique, avec plusieurs milliers
         de kilomètres d’avance, invente
                les danseurs sous la mer.

5
Les danseurs de Buenos Aires
        ne savent rien de ces trains
                sous la mer qui
        apportent de nouveaux danseurs,
                de nouvelles musiques.
Les musiciens de Buenos Aires
        ne savent rien de ces cris
                sous la mer qui
        viennent vers eux et comblent
                déjà leurs silences.

DUBOST 02

I treni sotto il mare

1
Ho preso il treno
    per Buenos Aires.
Un treno che va sotto il mare.
È notte eterna
    su questo treno che va sotto il mare.
Il tempo si calcola in ore notturne.

2
Grande è il silenzio
    a viaggiare sotto il mare.
Si sentono talvolta
    accordi in lontananza.
Li abbiamo già sentiti migliaia
    di chilometri prima di arrivare.
I suoni conducono lontano sotto il mare.

3
Migliaia di chilometri
    prima di arrivare, si scorgono
             i primi ballerini.
Si intuisce la musica
    già prima di ascoltarla, si è certi
             che inventano la musica
attraverso la danza.

4
Quando sono addormentati (o
    semplicemente fermi) la
             musica genera la danza.
La musica, migliaia
    chilometri prima, escogita
             i ballerini sotto il mare.

5
I ballerini di Buenos Aires
    non sanno nulla di questi treni
            sotto il mare che
    trasportano nuovi ballerini,
            nuove musiche.
I musicisti di Buenos Aires
    non sanno nulla di queste grida
            sotto il mare, i quali
    vengono da loro a riempire
            subito i loro silenzi.

DUBOST 04Les oiseaux dans un platane

J’ai dansé à
Buenos Aires j’ai dansé
avec toi à Budapest je dansais
avec toi à Bruxelles toute une nuit je
dansais de nouveau avec toi à Hong Kong
à Londres aussi & le lendemain à New York
je dansais avec toi à Paris bien sûr, une fois,
avant de danser à Rome, à Tokyo, Anvers,
Barcelone, Bristol, avec toi toujours
& même à Florence & Gand &
Gainesville, Glasgow,
Hälsingborg,
Utrecht,
j’ai
dansé avec toi
dans une chambre à la campagne
isolée, sans musique, avec juste les bruits d’une
ferme & les mille petits bruits d’une
cour de ferme & plusieurs
dizaines de moineaux
emprisonnés dans
un platane.

DUBOST 05

Uccelli in un platano

Ho ballato a
Buenos Aires ho ballato
con te a Budapest ballavo
con te a Bruxelles una notte intera
ballavo di nuovo con te a Hong Kong
anche a Londra & il giorno dopo a New York
Ballavo con te a Parigi, ovviamente, una volta,
prima di ballare Roma, a Tokyo, ad Anversa,
a Barcellona, a Bristol, sempre con te
& anche a Firenze & a Gand &
a Gainesville, a Glasgow,
a Hälsingborg,
a Utrecht,
ho
ballato con te
in una stanza di campagna
isolata, senza musica, solo coi rumori di una
fattoria & i mille esili rumori del
cortile di una fattoria & diverse
decine di passeri
imprigionati in
un platano.

dubost 06

Dire & redire

1

Gérer les blocs de silence.
Les ranger dans les recoins adaptés.
Et quand l’espace intérieur est saturé,
        faire monter la voix.
Que dit-elle, la voix, lorsqu’elle sort ?
Elle dit que je ne suis pas là.
Elle me suggère de revenir le lendemain.
Alors je reviens le lendemain.
J’apprends.

2
La voix racontait ce que le corps
        lui soufflait de raconter.
Elle répétait ce que le corps
        lui disait de répéter.
Elle n’avait rien à dire
        mais elle disait quand même.
Et ce qu’elle disait, c’était
        plus, toujours plus.
Toujours plus que
        tout ce qu’elle aurait pu dire.
Toujours plus que tout ce qu’elle
        avait toujours rêvé dire.
Mais au final :
        avait-elle dit quelque chose ?

BUBOST 03

Dire & ridire

1
Gestire i blocchi di silenzio.
collocarli negli angoli appositi.
E, quando lo spazio interno è saturo,
   intensificare la voce.
Che dice, la voce, quando esce?
Dice: non ci sono.
Mi invita a ritornare il giorno successivo.
Così io torno il giorno successivo.
Imparo.

2
La voce raccontava ciò che il corpo
   suggeriva a lei di raccontare.
Ripeteva ciò che il corpo
   le diceva di ridire.
Niente aveva mai da dire
   ma parlava in ogni caso.
E quello che diceva era
   di più, sempre di più.
Sempre di più di
   quanto avrebbe potuto dire.
Sempre di più di ciò che lei
   aveva sempre sognato di dire.
Ma alla fine:
   ha forse detto qualche cosa?


Patrick Dubost. Dopo studi di matematica e musicologia si appassione rapidamente alla scrittura poetica e alle possibilità di sperimentarne oralmente. Ad oggi è autore di una trentina di raccolte, pratica la “lettura-performance” esponendo i propri testi attraverso sia la gestualità che con la voce, spesso moltiplicata e lavorata in studio con composizioni elletroacustiche. Ogni poesia, di lunghezza variabile tra i 2 e i 12 minuti è appoggiata ad un dispositivo sonoro, visuale e poetico autonomo. Performance di Dubost, oltre che in Francia, avvengono in festival e manifestazioni in Tunisia, Argentina, Italia, Albania, Canada, Libano, Gran Bretagna, Grecia e Croazia.Diverse le traduzioni delle sue opere e dei libri tradotti, la perfomance integra la seconda lingua come una voce supplementare della polifonia. Tra le raccolte si segnalano 13 poèmes taillés dans la pierre (Edition La Boucherie Littéraire, 2016), Oeuvres poétiques (tome 2), (Editions La Rumeur Libre, 2013), Mélancolie douce (Editions La Rumeur Libre, 2013; Prix J.J. Lerrant des Journées d’auteurs de théâtre) e i CD La parole immobile (con Bernard Fort, GMVL, mini-CD, 2007) e L’archéologue du futur (Editions GMVL, 2004). Informazioni sulle sue opere e produzioni, qui

Fotografia dell’autore tratta da LE POING