Paradiso

E così ci ritrovammo come tra le nuvole.

Sulla tavola imbandita brillava l’argenteria

e la tovaglia bianco oro coi ricami

raccontava l’altro mondo

le piante sempreverdi, gli animali.

 

Si brindava in alleluia e cibi sani

Vincenzo e Giulia, Antonio e Tina

genitori, nonni, le generazioni

le parentele, gli amici migliori.

Il sole era buono per nuotare

ci si abbracciava con gioia e stupore

 

dopo i primi tuffi cristallini.

Nulla era cambiato dalle foto

in bianco e nero, solito profilo

stesso peso, stesse rughe

ma il dolore alle ossa era finito

ed anche la vista sembrava migliorata.

 

Dicono fosse un regalo del generoso

proprietario, sempre benevolo verso

gli inquilini ai quali mai chiede

condominio, oneri e bollette

ma garantisce caldo e luce senza spese.

 

Godemmo davvero d’ogni cosa

rividi tutti i miei congiunti

come non esistesse il giorno dopo.

Cantavamo lingue strane, ci si capiva

e zio Roberto elegante come ai tempi

ballava il passo doppio in prima fila.

 

Ricordo mi chiedevo come avessi fatto

a ritrovare il posto e le persone

chi avesse cucinato così bene.

A un certo punto lasciai cadere il dubbio

e come ringraziamento chiesi il conto.

 

Signore, rispose il cameriere, tutti qui

dal primo all’ultimo, persino il cane

il topo, l’asinello e la zanzara

hanno già pagato i conti loro.

 

In un tempo altro, in diverso luogo

tutti, stia tranquillo, hanno già dato!