Ora torno a parlarti, padre, dove il giorno
è perenne silenzio, dove sui cigli erbosi
le ombre si distendono quiete intrecciando
alla terra palpiti eterni, fremiti sopiti
di guerre tra sospiri di veglie alle notti.
Qui, dove tace anche il silenzio, io vengo
ora a parlarti in silenzio, e in silenzio ascolto
le voci che il vento riporta, inebriando l’aria
di molli rimpianti, di ricordi la mente.
Forse è il vento, padre, che a ritroso sospinge
alle strade battute e ci riporta ad essere insieme
in un mondo ormai privo di semi e promesse,
dissanguato di vita e respiro,
dove il tempo sentiamo caduto lontano,
a una riva che al domani non offre più guado.
Ma di fronte alla morte io inseguo la vita,
perciò tu aspettami, padre, china a porgerti un fiore
attendo che il vento mi porti di nuovo in silenzio
le voci perdute e plachi nella mia terra di dentro
il silenzio che sento nella tua terra dintorno.