Non ci sono sassi su queste pietre,
non ci sono fiori in questo prato,
volano bassi i corvi,
farfalle danzano scomposte
su refoli incostanti,
l’orizzonte è un plotone di betulle
in perlustrazione.
Mi spaventano ancora le geometrie
di Auschwitz,
il rigido allineamento,
la simmetria ossessiva,
il dettaglio macabro,
la serialità dei travet della morte
colle divise che sanno di rancido
e di colazione in famiglia.