Natalia Paci – Tre inediti

PACI NATALIANatalia Paci (Ancona, 1974) è avvocato e professore a contratto di Diritto del lavoro presso l’Università Carlo Bo di Urbino. Ha pubblicato la raccolta poetica Pronta in bilico (Sigismundus, 2012). Sue poesie sono presenti in riviste e blog di poesia e nelle antologie: “Porta marina. Viaggio a due nelle Marche dei poeti”, a cura di Massimo Gezzi e Adelelmo Ruggieri (Pequod, 2008); “Calpestare l’oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana” (ed. Cattedrale, 2010); “Registro di Poesia #5” (Edizioni d’if, 2012); “Il ricatto del pane. Scritti e poesie sul significato del lavoro”, a cura di Gianmario Lucini e Nerina Garofalo (CFR, 2013); “Umana, troppo umana. Poesie per Marilyn Monroe”, a cura di Fabrizio Cavallaro e Alessandro Fo (Nino Aragno Editore, 2016), “Convivio in versi. Mappatura democratica della poesia marchigiana” a cura di Lorenzo Spurio (PoetiKanten Edizioni, 2016), “Poeti in classe”, a cura di Evelina De Signoribus e Elena Frontaloni (italic pequod, 2017).

Nell’antologia “Femminile plurale. Le donne scrivono le Marche”, a cura di Cristina Babino (Vydia, Montecassiano, 2014) ha pubblicato il racconto “Sbarcare il lunario”. Con Luigi Socci e Valerio Cuccaroni, organizza dal 2006 il Poesia Festival La punta della lingua (www.lapuntadellalingua.it). Natalia Paci
Inediti

*

Parto

Ho conosciuto Dio
 ero proprio Io.

Nel mio universo in pancia
 un Big Bang neonatale
 Creazione monodose
 a dimensione personale.

Non c’è né giorno né notte nel parto
 ma un tunnel spazio-temporale.
 E fu subito Lucio: da nulla a tutto
 a velocità esponenziale.

*

Animale fantastico e reale

Sono un animale fantastico
con due teste e due cuori
quattro gambe e quattr’occhi
venti dita delle mani
venti dita dei piedi.

Prima sono tutto attaccato
poi mi stacco e mi strappo tutto
ma resto vivo e vado in giro
sdoppiato spezzato zoppo ma intero
un cuore qua e uno là.

Sono fantastico e reale
per nulla unico molto comune.
Sono sempre me stesso
ma non sempre mi assomiglio.
Sono la mamma col figlio.

*

Ti ho fatto

Guarda che bella mamma che ti ho fatto.
Papà così mi ha detto.

È più merito suo che tuo
se ti ha sposato.
È più merito suo che tuo
se sono nato.

Guarda che bel figlio che ti ho fatto.
Tu così gli hai detto.
Mamma tu mi dici:
noi ti abbiamo fatto
e tu ci hai fatto felici.


Fotografia proprietà dell’autrice.