Monica Santi, inediti

POESIE INEDITE DI MONICA SANTI – al.caneel@gmail.com

Entri e ti porti la luce.
Prepotente sorpresa.
Mi si spacca la faccia
non controllo gli angoli bui.
Diventano obliqui, storti,
innaturali, contorti. Sani.
Svergogni la muffa nascosta;
secca, si stana si allontana
molla la presa alla schiena. È vinta.
Assassinata l’assenza di sensi
morta la morte.
Vera, sghemba, finta
viva, illusa, infusa
pulsazione violenta.
Tutto nuovo di nuovo
sobrio ubriaco raro. Chiaro.

***

Dice di una grande libertà
e l’indole –
pazza fascinosa –
uno svolazzo
come di possente vento
profondissimi occhi addosso
deserti densi di languori.
E così vive
portandosi fuochi.
Quando braci tiepide.
Quando vampe.
Contemplante;
scorre nel verso che sa
in ogni direzione negata
ogni direzione conquistata.

***

Che rivelazione, così ridacchiando !
arrivata la mattina nel
perfetto caldo arrotolo della coperta.
A bracciattorcigliate.
Mai avrei detto d’amare tanto il risaputo
e ciò che da tempo è noto
si ripropone variopinto
nell’alba d’autunno.
Si prospetta incanto;
metter giù piede dal letto
ordinando il programma del giorno così:
prima la bellezza.
Si irradia semplice
un modo sorridente di far filosofia
che non insegna più nessuno.
Aprendo la finestra guarda prima dentro
è già entrato uno stiletto di sole che infiora la parete.

***

Inquadrata dall’oblò
distesa sotto le stelle, Tashkent
s’inclina a seguire la virata dolce
ritmi ignoti
dopo molti meridiani
Ridda ingovernabile
balzo nel petto
mano avanti come per toccare
quasi ! quasi !
Giù verso lei, planando
corpo trasposto
Mutazione di stato.

***

Come una risacca in testa
mormorio
la canzone, una nenia
Bukhara
Samarqand
Khiva
madrasa
minaret
Aydar
e altri, di cui tanto letto
m’aspetto
chiedo che
facciano risuonare
potenti
loro stessi in me.
Il grande caldo una Terra e
una culla, perdimi.
Nei posti ove l’acqua poca
poco parla, gorgoglia flebile.
Caravanserragli.
Penso e ripeto quasi scandendo
percepire
prima d’aver visto.

***

Racconti russi. Li legge nella neve,
su un tronco disteso, al limite del bosco.
Sofferma.
Betulle alle spalle, e silenzio.
I piedi calzati di pelle grezza
sprofondati nello strato bianco, morbido.
“Per meglio sentirli”, dice
“i geloni e il ghiaccio nelle barbe”
tutto il flusso indomabile delle parole
uscite da menti perturbate.
Le fatiche gli esili le danze i delitti
li celebra con devota immobilità,
le spalle al gelo
la terra sotto il cielo sopra
mani rigide naso che cola.
Lo sguardo tradisce i fogli,
alzandosi sull’orizzonte traslucido.

 

Monica Santi (1972) vive e lavora in provincia di Reggio Emilia. Scrive poesia e più raramente prosa già dall’adolescenza, avendo storicamente cura di coltivarla con passione e libertà più che di diffonderla, almeno sino ad ora. In forma cartacea undici poesie sono pubblicate sul n.53 della rivista ‘Le Voci della Luna’ nel 2012, mentre su web due poesie compaiono nella puntata 10 del podcast ‘persino semplice’ (2020). Gestisce il proprio blog ‘La strada per i fontanili – passi senza orme'”.