Mia madre qui, in questo sud che non è un sud,
aveva camicie da notte bianche e svolazzanti.
Non rideva più.
Incontrava in corridoio mia figlia,
nipote tanto amata, e le chiedeva: “chi è lei?”.
Voleva giacche invernali il 15 di agosto
e beveva la medicina frizzante
solo se mio figlio le raccontava una storia.
Era come aver perso una casa per sempre,
il letto della vita, quello dove è successo tutto,
dove si è pure partorito.
I gatti miagolavano fuori,
gli uccelli cantavano rauchi
e la sua voce si spegneva.
In quella estate maledetta scappammo
per riportarla in città, ma niente le poté dare niente.
Le telefonavo ma sembrava
che qualcuno avesse tagliato i fili
come nel paese di Marquez.
Mi coricavo e avevo le sue parole non dette.
Il suo silenzio.
Fummo noi, per un po’.
Poi più nulla