Mediterraneo, così bello, antico,
fai di un deserto d’acque sabbie mobili
a merce umana in fuga senza un’oasi.
Innocenti onde e venti capovolgono
barche che scappano da guerre, fame,
sete, stupri, torture e servitù,
verso il paradiso dell’Occidente.
Gonfi d’acqua malsana corpi affondano
a esser cibo per pesci e poi per bocche.
Si perdono artisti, atleti, munifici,
scienziati, ladri, assassini ed eroi.
Pur coi scarti, in totale, ci perdiamo.
Ad affogare fossero persone
ultime, inutili, con mele marcie,
perderli non converrebbe lo stesso,
in avvenire costoro potrebbero
dare alla luce uno o più discendenti,
futuro bene dell’umanità.