Margarida Vale de Gato – inediti (traduzione di Daniela Di Pasquale)

deGato MargaridaMargarida Vale de Gato (Portogallo, 1973) dal 2007 insegna Letteratura e Cultura degli Stati Uniti e Traduzione Letteraria presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona. Nel 2008 ha terminato il Dottorato con una tesi sulla ricezione di Edgar Allan Poe nella lirica moderna portoghese. Come traduttrice letteraria da inglese e francese ha pubblicato una lunga lista di opere, sia in poesia che in prosa, di autori quali Lewis Carroll, Herman Melville, Charles Dickens, Mark Twain, Oscar Wilde, W.B. Yeats, Christina Rossetti, Vladimir Nabokov, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, George Sand, Jean Giono, Henri Michaux, Nathalie Sarraute e René Char. Ha pubblicato la prima antologia, Mulher ao mar, nel 2010, a cui è seguita, quattro anni dopo, un’edizione aumentata, Mulher ao Mar Retorna. Nel 2016 è uscito un nuovo libro di poesie, Lançamento.

Margarida Vale de Gato
(inediti)
traduzione dal portoghese di Daniela Di Pasquale

 

de Gato 01

Poetica Completa

Che mi facciano in ora varia e rara
crateri ombre mari semilune
in piena torrenziali chiuse
affrancate dal disgelo paratie

del diluvio io ispettrice giudice
io pozzo-fango ottopode lacustre
io caravella-razza io bestia-luce
dello spirito io corteccia io dattero

io mezzaluna fertile io avvolta
in foglie di vite io marrakech
mirra oro fiele iena di zagabria

zebù ubu madre pelosa piumata
pozione con tutti scura iridata
tremore di piacere solida febbre

(inedito)

 

de Gato 02

   Poética Completa

   Que me façam à hora vária e rara
   crateras sombras mares semiluas
   caudalosas torrenciais eclusas
   franqueadas do degelo anteparas

   do dilúvio eu vedora vara
   eu poço-lodo octópode lacustre
   eu caravela-raia eu bicho-luz
   do espírito eu cerne eu tâmara

   eu crescente fértil eu enrolada
   em folhas de parreira eu marraquexe
   mirra ouro fel hiena do zagrebe

   zebu mãe ubu peluda emplumada
   poção com todos escura irisada
   tremura de prazer sólida febre

(inédito)

 

de Gato 03

Alice

Cuore-martello, cassa-chiodi, passione-frode.
Shakespeare morì in aprile in un vecchio calendario
scrisse “le gioie violente hanno violenta fine”
e coltivò con pena l’obito dell’amore romantico.
Da allora folle di amanti sono studi di caso
nei centri di ricerca dell’occidente donne e uomini
consumano la nuca divorandosi mutuamente
e nell’oscurità — con quali difficoltà si riconoscono nel fluoro
di fari, schermi, saloni vari di uffici e hotel
— ci squadrano, sistemando all’alba i silenziosi
azzurri, che hanno sogni più magri dei salari.

Mi aspetto da te ciò che non ti serve domandare, ho
da indicarti questo mondo pieno di sbagli.
Il mondo è pieno. Di morti che non arrivano
a cadere. Il mondo è pieno di morti che sono vivi
di poca sete. Il mondo è pieno di giovani
che scivolano in sonni solidi in due giorni resuscitano
il terzo senza redenzione, senza nessuno che tasti loro
il polso o quello che presero loro o diedero in eccesso.
Chiedo a te scusa e comprensione per le tante disillusioni
che la garrota della maturità non impedisce, scoprirai

un giorno ciò che è tremendo affrontare. Il mondo è pieno
di adulti senza distinguibili soluzioni incespicano
sopra onde sopra lunghe faglie tettoniche, il mondo
è pieno di apatici convulsi terremoti domestici
torpedo in case di riposo pittoreschi paesini spazzati
dalla mappa dove c’erano piazze piscine gassose e matinée
di domenica, c’erano incroci e angoli e occhi bianchi
vagabondi rivolti al cielo. Il mondo è pieno di filo spinato
grandi migrazioni verso luoghi peggiori inoculati
di muffe che non sanano ma fanno schizzare gli indici
delle pubblicazioni scientifiche, tu morirai un giorno dove dovrai

oscillare — di cui accidentalmente spero troverai
cangianti. Il mondo è pieno di rivoltati che sono
ambivalenti mansueti che srotolano rotoli neri
di linoleum in cui nulla si può leggere; coprono con essi
mine di guerre di tutti i paesi, rigettano pazienti
doti millenarie di insensatezza e concludono che resta loro
tracciare movimenti di danza contro il precario riparo
di un suolo su cui cadere. Mi aspetto da te giustizia, franchezza
e disconoscimento della paura e resistenza a teorie
della cospirazione se possibile a pari dell’intera immaginazione
degli altri, la distrazione che allena il turista al coraggio.

Pensiero magico quanto basti, figlia mia, spero troverai
simultaneamente: ché la tua esistenza proviene in parte
dall’incontro di intensità; dall’esserci stati assoluti
e afflizioni, aggiustamenti di collisioni, giuramenti ritoccati, vergogne
riammesse, corrispondenze interrotte, ingiurie
di affettuoso dettaglio. Aspetto da te niente di meno e tutto
di più: il tipo di umore capace di cogliere e rilevare
al brivido dell’indifferenza, l’oblio che ci dà
l’affascinarci per aspetti successivi senza precedente
ricordo, sollecitudine, curiosità, il filtro
amoroso dolce se possibile nella minima diluizione.

In Lançamento. Lisboa: Douda Correria, 2016.

de Gato 05   Alice

   Coração-martelo, caixão-pregos, paixão-fraude.
   Shakespeare morreu em abril num velho calendário
   escreveu “as alegrias extremas têm fins extremos”
   e lavrou com pena o óbito do amor romântico.
   Desde aí montes de amantes são estudos de caso
   nos centros de investigação do ocidente mulheres e homens
   são manuseados pela nuca devorando-se mutuamente
   e às trevas — com que dificuldade se reconhecem no flúor
   de faróis, ecrãs, salões vários de escritórios e hotéis
   — vasculham-nos, arrumando pela madrugada os silenciosos
   azuis, que têm sonhos mais magros que salários.

   Espero de ti o que não te ocorre perguntar, tenho
   para te apontar este mundo cheio de lapsos.
   O mundo está cheio. De mortos que não chegam
   a cair. O mundo está cheio de mortos que são vivos
   de pouca sede. O mundo está cheio de jovens
   que escorregam em sonos sólidos em dois dias ressuscitam
   ao terceiro sem redenção, sem ninguém que lhes verifique
   o pulso ou o que tomaram ou lhes deram em excesso.
   Peço de ti desculpa e compreensão pelas tantas deceções
   que o garrote da maturidade não estanca, descobrirás

   um dia o que é tremendo de enfrentar. O mundo está cheio
   de adultos sem separáveis de soluções cambaleiam
   por cima de ondas sobre longas falhas tectónicas, o mundo
   está cheio de apáticos convulsos terremotos domésticos
   torpedos em casas de repouso pitorescas vilas varridas
   do mapa onde havia praças piscinas gasosas e matinés
   de domingo, havia cruzamentos e esquinas e olhos brancos
   vagabundos voltados ao céu. O mundo está cheio de arames
   grandes migrações para lugares piores inoculados
   de bolores que não saram mas disparam os índices
   das publicações científicas, tu morarás um dia onde terás

   de balançar — de que acidentalmente espero encontrarás
   cambiantes. O mundo está cheio de revoltos que são
   ambivalentes mansos desenrolando rolos negros
   de linóleo onde nada se pode ler; cobrem com eles
   minas das guerras de todos os pais, rejeitam pacientes
   dotes milenares de insensatez e resolvem que lhes resta
   traçar movimentos de dança contra o precário amparo
   de haver chão onde cair. Espero de ti justiça, franqueza
   e desconhecimento do medo e resistência a teorias
   da conspiração se possível a par da inteira imaginação
   dos outros, a distração que treina o turista para a coragem.
   
   Pensamento mágico quanto baste, filha, espero acharás
   coincidentemente: que a tua existência resultou em parte
   do encontro de intensidades; ter havido absolutos
   e aflições, ajustes de colisões, juras retocadas, vergonhas
   readmitidas, correspondências interrompidas, injúrias
   de afetuoso pormenor. Espero de ti não menos e tudo
   mais: o tipo de humor capaz de acertar e relevar
   ao arrepio da indiferença, o esquecimento que nos dá
   deslumbrarem-nos aspetos sucessivos sem anterior
   recordação, solicitude, curiosidade, o filtro
   amoroso doce se possível na mínima diluição.

In Lançamento. Lisboa: Douda Correria, 2016.


de Gato 04
Riconoscimento

cara Sylvia Plath un giorno dovrò scrivere
di te ho collezionato o perlomeno conosciuto
il tipo ti ho colto subito nella fotografia di giovane pin-up
provocatrice alacre che (se per caso ti accennavano
cosa saresti stata nella vita) con grazia rispondevi
sarò poeta e celebre non voglio essere sarò
come se dire fosse già concretizzarlo come
se la promessa data della parola non potesse
riconsiderare. errore.

la ricerca quotidiana del terrore regolato
da depressioni intercalari mattutine
sveglie che scuotono il sonno il male
camuffato piacere della routine seguito
da aperitivo servito con maniere di donna
meraviglia fata del focolare arguta compagna
e dopo sere intere a invocare invano le parche
economie della poesia
e dopo subitanee voglie di violenza sanguinea
e dopo niente                paralisi.

oh la cosmica angoscia che magniloquente
sostituivi al semplice dispetto
della fortuna letteraria che si danni Sylvia
francamente inutile sondare il pozzo
della promettente adolescente prematuramente
morta.
Impossibile tornare indietro Et pourtant dirai
torniamo sempre indietro perseguiamo solo
quelli che ci vengono dietro i precursori
che dal loro alto ceruleo areopago
con sentenzioso parere di poeti
ci schiacciano.

Ted
e Ted Ted Ted Ted Ted Ted Ted
l’enigma che dicono le malelingue
perfezionò l’arte in cui saresti esimia
finché un giorno hai smesso di provare
Ted lo sposo l’amante il prodigo magnanimo
titano intellettuale sentimentale necrofago
dell’affetto,

o la fatale attrazione degli animali che si assomigliano
quando il laccio che caccia è lo sguardo di rimprovero
del ritratto allo specchio.

d’improvviso senza appello fulminante
di feroce voracità la Lucidità
lucidissima signora lazzaro
dei passi della poesia per la via dolorosa
Sylvia paralitica della parola-salto sopras-
salto,

riposa là in pace eternamente
e viva io qua nella guerra arco in resta.

potente arma di conoscenza questa
parola-
-fionda
parola da tiro.

In Mulher ao Mar. Lisboa: Mariposa Azual, 2010.


de Gato 06
   Reconhecimento

   querida Sylvia Plath ainda um dia havia de escrever
   sobre ti coleccionei-te ou pelo menos conheci
   o tipo fisguei-te logo na fotografia de jovem pin-up
   provocadora álacre que (se acaso te aludiam
   ao que serias na vida) com graça respondias
   serei poeta e célebre não quero ser serei
   como se dizer fosse já concretizá-lo como
   se a promessa dada da palavra não pudesse
   reconsiderar. engano.

   a procura quotidiana do assombro regulado
   por depressões intercalares matinais
   despertadores sacudindo o sono o mal
   disfarçado prazer da rotina seguido
   de aperitivo servido com mordomias de mulher
   maravilha fada do lar arguta companheira
   e depois tardes inteiras invocando em vão as parcas
   economias da poesia
   e depois súbitas ganas de violência sanguínea
   e depois nada              paralisia.
   
   ó a cósmica angústia que grandiloquente
   substituías ao comezinho azedume
   da fortuna literária dane-se Sylvia
   francamente inútil sondar o poço
   da promissora adolescente prematuramente
   morta.
   Impossível recuar Et pourtant dirás
   recuamos sempre perseguimos só
   os que vão atrás de nós os precursores
   que de seu alto cerúleo areópago
   com sentencioso alvitre de poetas
   nos cilindram.

   Ted
   e Ted Ted Ted Ted Ted Ted Ted
   o enigma que dizem as más línguas
   apurou a arte em que serias exímia
   até um dia teres deixado de ensaiar
   Ted o esposo o amante o pródigo magnânimo
   titã intelectual sentimental necrófago
   do afecto,

   ou a fatal atracção dos animais que se semelham
   quando o laço que caça é o olhar reprovador
   do retrato ao espelho.

   de chofre sem apelo fulminante
   de feroz voracidade a Lucidez
   lucíssima senhora lázaro
   dos passos da poesia pela via dolorosa
   Sylvia paralítica da palavra-salto sobres-
   salto,

   repousa lá em paz eternamente
   e viva eu cá na guerra de arco em riste.

   poderosa arma de conhecimento esta
   palavra-
   -funda
   palavra de arremesso.

In Mulher ao Mar. Lisboa: Mariposa Azual, 2010.

Margarida Vale de Gato (Portogallo, 1973) dal 2007 insegna Letteratura e Cultura degli Stati Uniti e Traduzione Letteraria presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona. Nel 2008 ha terminato il Dottorato con una tesi sulla ricezione di Edgar Allan Poe nella lirica moderna portoghese. Come traduttrice letteraria da inglese e francese ha pubblicato una lunga lista di opere, sia in poesia che in prosa, di autori quali Lewis Carroll, Herman Melville, Charles Dickens, Mark Twain, Oscar Wilde, W.B. Yeats, Christina Rossetti, Vladimir Nabokov, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, George Sand, Jean Giono, Henri Michaux, Nathalie Sarraute e René Char. Ha pubblicato la prima antologia, Mulher ao mar, nel 2010, a cui è seguita, quattro anni dopo, un’edizione aumentata, Mulher ao Mar Retorna. Nel 2016 è uscito un nuovo libro di poesie, Lançamento.

Fotografia dell’autrice di Vittorino Coragem

 
Daniela Di Pasquale si è laureata in Lettere Moderne nel 2002 (Università di Milano), con una tesi in Lingua e Letteratura Portoghese e ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Letterature Moderne e Comparate nel 2006 (Università di Genova), con una tesi di comparatistica letteraria luso-italiana (Metastasio al gusto portoghese. Traduzioni e adattamenti del melodramma metastasiano nel Portogallo del Settecento, Aracne, 2007). Dal 2007 al 2013 è stata borsista di post-dottorato presso il Centro de Estudos Comparatistas dell’Università di Lisbona, dove ha condotto un progetto di ricerca sulla ricezione di Dante in Portogallo. Traduttrice letteraria dal portoghese all’italiano, ha lavorato per Cavallo di Ferro e ha recentemente tradotto la silloge poetica di Ricardo Gil Soeiro (L’apprendista di enigmi, Aracne, 2012). Ha svolto attività di docenza universitaria in Portogallo nell’ambito della cultura italiana e della traduzione, con particolare interesse per il teatro, l’opera lirica e la poesia.Molteplici sono i riconoscimenti ottenuti per la sua attività di prosatrice. In poesia ha pubblicato Mater Babelica (Faloppio, LietoColle, 2014).