Luca Benassi – da “Gli occhi e la stella”

 BENASSI 01Luca Benassi è nato a Roma nel 1976 dove vive e lavora. Ha pubblicato le raccolte poetiche Nei Margini della Storia, (2000), I Fasti del Grigio (2005), L’onore della polvere (2009) e le plaquette Di me diranno (2011) e il guado della neve (2012). Ha inoltre pubblicato insieme alla poeta Maki Strfield l’e-book Duet of Lines Sen no Nijuso (testi in italiano, inglese e giapponese, Junpa edition 2016). Ha tradotto De Weg del poeta fiammingo Germain Droogenbroodt (Il Cammino, 2002). È presente nell’antologia Il corpo segreto – Corpo e eros nella poesia maschile (2008), nel Calendario della poesia italiana 2009 (Belgio, 2008). Sul numero 1/2004 del “La Clessidra” ha pubblicato una scelta di traduzioni del poeta palestinese Ibrahim Nasrallah.Giornalista pubblicista, ha curato la pagina dedicata alla poesia delle donne del mensile “Noidonne”. È nel comitato direttivo di “Punto Almanacco della poesia italiana”. È tra i curatori de “L’antologia della poesia erotica contemporanea” (2006). Ha curato l’opera antologica Magnificat. Poesia 1969 – 2009 (2009), che raccoglie l’intera produzione della poeta Cristina Annino, Percorsi nella poesia di Achille Serrao (2013) e La casa dei Falconi, poesia 1974-2014 (2014) che antologizza l’intera produzione di Dante Maffìa. Ha pubblicato la raccolta di saggi critici Rivi strozzati poeti italiani negli anni duemila (2010). Il suo sito web è http://copertischianti.blogspot.it/

benassi 01Luca Benassi
da Gli occhi e la stella 

*

Questa terra arata è tua,
incisa dalle unghie, dal filo dei capelli
sulla schiena, una terra contata di ossa
di gemiti pieni di cielo. Le stelle sono punte
di freddo fra le viti, mentre due cani
pregano muti all’intrecciarsi dei polpacci.

*

Mi chiedo dov’eri all’alba più vera,
quando i sogni si fanno latte
e le parole entrano nelle palpebre
come aghi di luce.
Mi chiedo cosa potevi dire
quando mi contavano il sangue
nel reticolo azzurro delle vene
e il corpo si faceva molle e dolce
come una carta stellata, piena di numeri.
Al dunque non c’eri, eri assente
nel bianco dei confetti, nelle veglie,
nella carne tagliata dai referti,
nella gioia dei vagiti, nella corrosione
dei rimorsi.

Ora quasi dai fastidio
come una luce accesa all’improvviso
sugli occhi schiacciati
contro il buio.

benassi 02
*

E poi ci sono i tavoli di osteria, i bicchieri
che rimandano scaglie di purezza
nel tintinnare tagliente dei coltelli,
la bottiglia d’acqua fuori frigo,
i tovaglioli gialli, la linea curva della fronte
che si frange sulla punta
che divide i tuoi capelli.
Già la strada sembra un grido di vento
un azzurro ingolfato fra le chiese
a levigarti il sorriso sopra il volto
che risplende nella piena del sole
che ci invade.

 


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