LIBERO

Amo sostare su un gradino

davanti la cattedrale,

contare le colombe sulle

zanne dell’elefante.

Chiedi all’infinito

quanto sia distante

il cuore lontano dallo

spazio originario d’azione.

 

Amo ascoltare danzanti onde.

L’amico mare è uno scrigno

e svanisce la rete del ragno.

Petali bruciati le paure e tu

a contare quante avventure

hai mietuto in estate e

non cresci nella frenesia

a recuperare la distanza.

Rimani indietro alle figlie

come dolenti biglie

a fracassare il molle muro.

 

Amo i riflessi dell’allegria

sbattuti su risate accampate

su note contorte a rincorrere

tradimenti e desideri artificiali.

Mi ostino a credere in idee

lontane non condivise come

gitani in continuo pericolo,

naufraghi senza approdi.

 

Naviga barca… insegui i sogni.

Arretra la terra e diviene acqua.

Conosco l’itinerario tracciato

da Dio ma non è ancora il mio.

Vivo in una libera galera

come Geppetto nell’oscurità

s’annulla nella pancia della balena.