Nel semifreddo mattutino
di questo autunno giri le chiavi
nel cruscotto perché va fatto
e per questo non hai il premio
di una madonna che ti attende
sull’uscio dell’empireo, ma l’atrio
spoglio del centro di formazione
d’emanazione regionale. Fra quei muri
di mattoni rossi, a faccia vista,
trovo i volti smarriti delle persone
da riorientare e tutto il mondo
che sta intorno: biberon
che hanno attraversato il mare,
latrati e latrine, asili traditi,
storie altre e vere. Verità
che poi ti entrano dentro
e bucano e storcono e tu
che dovresti essere appiglio
ti giri fra le dita le budella, e tu
che dovresti essere l’ago
organizzi la postura per renderti
credibile, il fiato nel punto preciso
in cui i bronchi invadono la trachea
e dici qualcosa che speri, solo speri,
possa essere utile. Lo smarrimento
è il tuo mestiere, la tua paga giornaliera.