Non sta mai ferma mia madre
quasi che la casa reclamasse la sua cura
e ci fosse sempre un ricciolo di polvere da soffiare via,
ci sono impronte con cui il giorno la tormenta
e che tentano di resistere al suo instancabile strofinare,
una macchia, un alone, briciole, specchi in cui si affacciano le stagioni
che insegue impetuosa nel moto di una fiamma d’inferno
e decisa come solo una donna sa essere
poi c’è la cucina ad attenderla,
sa come sposare la sua vita con l’intuito in un arcobaleno di sapori
quasi dovesse alimentare le bocche del cielo,
lascia bollire, lessare, rosolare, friggere
e a volte canta tra sé e sé con le canzoni che le ricordano certi tempi,
altre ascolta di schiena la televisione
e si fa scivolare addosso storie che bruciano di parole
o oroscopi che giustificano il giorno
cerca disperatamente il suo senso nelle telenovele,
forse è dare respiro ai sogni rimasti sospesi
che pizzicano la sua spina di donna
forse è bisogno di compassione,
nel mentre lavora all’uncinetto o ricama,
un occhio alle dita con cui forgia forme e colori
e l’altro ad assorbire voci
con cui colmare quella solitudine in cui inciampa tra un punto decorativo e l’altro.
Non sta mai ferma mia madre,
dorme poco,
punta il petto dritto alle cose
ogni giorno nelle solite abitudini,
ogni giorno a cercare una conferma negli occhi del suo cane
con la pioggia stretta nel cuore.