L’ANSIA DEL VENTO 

Se dovessi seguire l’ansia del vento

Come il solo strumento di direzione, 

E abbandonare il compasso che il cerchio perfetto ricama;

Ignorare il colore del muschio sulle piante del bosco, 

O dimenticare la traiettoria del sole;

Scartare l’oscillante ago magnetico, 

E gettare in mare l’astrolabio…

E quindi solamente aspettare…

Prossimo all’ondulare dell’acqua, 

Crederei nelle tele che si riempiono di aria. 

E allora sarebbe Grecale a portarmi,

Con i segni del passato e le parole dei vecchi saggi, 

I filosofi delle piazze assolate, 

Le armi degli antichi soldati dai sandali screziati. 

Libeccio soffierebbe di polvere rossa 

Dalle dune bruciate del deserto solitario. 

E Scirocco avrebbe il sapore dell’algebra 

E un ricordo di nenie incantatrici 

Di una mestizia imperscrutabile, 

Lasciando solo la sensazione 

Di un soffio sulla pelle, 

E una lieve, delicata pressione sulle palpebre 

Abbassate dal sonno incombente.