Penso a volte a quel corridoio stretto.
Rimanemmo a parlare tutta notte,
a scambiarci respiri contro il petto.
Il treno indovinava già le rotte
del nostro attuale viaggio, diretto
al brivido costante che ci inghiotte,
nella fucina del nostro progetto:
saltare la cascata nella botte.
Sembrò svanire la realtà intorno
al sottile riverbero di un bacio.
Leggeri i nostri corpi e l’aria ondosa.
Così torno voltandomi a quel giorno,
quando a volte mi prendi sotto braccio,
sorpreso ancora a cogliere la rosa.