Nella campagna baciata dal sole
erano superflue le parole.
Servivano solo le forti braccia,
il sudore colava dalla faccia.
All’alba del gallo s’alzava papà,
e in groppa all’asinello Zazà,
s’incamminava giù in città.
Mi portava una calda ciambella.
Mi sussurrava “Quanto sei bella”,
mentre si spegneva l’ultima stella.
Mamma mi guardava dall’uscio,
mentre a scuola andavo.
Si chiudeva come un guscio,
per quanto le mancavo.
Lei guardiana e custode
dei suoi preziosi tesori.
Nel cuore dell’estate che esplode,
erano loro: i miei genitori.
Creatori per me di realtà e fantasia,
saranno sempre la razza mia.