Juan Arabia – tre inediti

ARABIA

Juan Arabia (Buenos Aires, 1983). Poeta e critico letterario. E’ il fondatore e direttore della rivista letteraria Megafon Literary Magazine, pubblicata in formato digitale e cartaceo fino al 2009. Attualmente è il direttore della rivista di poesia virtuale e cartacea Buenos Aires Poetry (www.buenosairespoetry.com). Collabora con diverse testate, come la rivista dell’Università de La Rioja, Dipartimento di Filologia moderna (Spagna) e con la rivista Studi Culturali La Torre del Virrey (Università Internazionale Menendez Pelayo di Valencia); ed altre. All’inizio del 2011 ha pubblicato il suo primo libro di poesie Canzoni del Golgota. L’Editoriale El fin de la noche nel 2012 ha pubblicato il suo primo lavoro nel campo della critica letteraria: John Fante: tra la nebbia e la polvere (www.elfindelanoche.com.ar).

Juan Arabia
(inediti)
traduzioni dallo spagnolo argentino di Antonio Nazzaro

 

Brisa
ARABIA 01
Es la naturaleza que respira,
profundo, y deja caer su claro brote
de verdor: la estación más parecida
es húmeda y de campo. El coyote
roba maíz, el murciélago anida
sobre la habitación de un Sacerdote.
El pasto se arrodilla, los cabellos
bailan, la arena crece… Los ancianos
invocan al imbécil rey. Son ellos,
las cáscaras vaciadas, los paganos,
que no escuchan al frío aire nacer…

Brezza

E’ la natura che respira
profondo, e lascia cadere il suo chiaro germoglio
di verde: la stagione più simile
è umida e del campo. Il coyote
ruba mais, il pipistrello s’annida
sopra la stanza di un Sacerdote.
Il prato s’inginocchia, i capelli
ballano, l’arena cresce… Gli anziani
invocano all’imbecille del re. Sono loro,
i gusci svuotati, i pagani,
che non sentono al freddo l’aria nascere…

Fin del fervor de Buenos Aires
ARABIA 03
•             .                    Centro

En la repetición de los días la ciudad
deja transformar al sol en un lugar.
Lejos está la orilla y el cuerno del rinoceronte…
Y la lluvia sólo limpia la primera capa
del oculto río que rodea a Buenos Aires.
No hay una dirección que llegue más lejos que otra:
es un círculo que indica hacia el centro
o hacia el mismo lugar en donde estamos ahora.
En la repetición de los días, sin embargo,
la ciudad deja transformar al sol en un lugar.

•                                           Frontera

Ahora soy un huérfano,
y cruzo las transitadas calles…
En las montañas dormidas
dejo el cuchillo humedecer
en la tierra.
Ahora soy un salvaje,
un huérfano que crece en los campos.
Preparado para triviales encuentros,
lejos de la oscura ciudad…
En el polvo de las botas
de un muerto
cae el nombre del castillo.

 

Fine del fervore di Buenos Aires
ARABIA 02
•                                        Centro
Nel ripetersi dei giorni la città
lascia trasformare il sole in un luogo.
Lontano c’è la riva e il corno del rinoceronte…
E la pioggia solo pulisce il primo strato
dell’occulto fiume che circonda Buenos Aires.
Non c’è un direzione che arrivi più lontano dell’altra:
è un cerchio che indica verso il centro
o verso lo stesso luogo dove siamo adesso.
Nel ripetersi dei giorni, ancora,
la città lascia trasformare il sole in un luogo.

•                                          Frontiera

Adesso sono orfano,
e attraverso le transitate strade…
Sulle montagne addormentate
lascio il coltello inumidire
nella terra
Adesso sono un selvaggio,
un orfano che cresce nei campi.
Pronto per i triviali incontri
lontano dall’oscura città…
Nella polvere degli stivali
di un morto
cade il nome del castello.

Il nonno di Dahlmann, come il nonno di Borges, è morto in una delle tante battaglie di frontiera: Francisco Borges, famoso per la partecipare in numerosi scontri con gli ondigeni, “Nel 1872 mio nonno Borges era capo dei confini Nord e Ovest di Buenos Aires e il Sud di Santa Fe” (in Jorge Luis Borges, l’Aleph …).


Juan Arabia (Buenos Aires, 1983). Poeta e critico letterario. E’ il fondatore e direttore della rivista letteraria Megafon Literary Magazine, pubblicata in formato digitale e cartaceo fino al 2009. Attualmente è il direttore della rivista di poesia virtuale e cartacea Buenos Aires Poetry (www.buenosairespoetry.com). Collabora con diverse testate, come la rivista dell’Università de La Rioja, Dipartimento di Filologia moderna (Spagna) e con la rivista Studi Culturali La Torre del Virrey (Università Internazionale Menendez Pelayo di Valencia); ed altre. All’inizio del 2011 ha pubblicato il suo primo libro di poesie Canzoni del Golgota. L’Editoriale El fin de la noche nel 2012 ha pubblicato il suo primo lavoro nel campo della critica letteraria: John Fante: tra la nebbia e la polvere (www.elfindelanoche.com.ar).

Fotografia di poprietà dell’autore.

Antonio Nazzaro (Torino, 1963) è un giornalista, poeta e mediatore culturale italiano. Si è diplomato con la maturità classica al liceo Gioberti di Torino e ancora prima di terminare gli studi inizia a collaborare con i giornali L’Ora di Palermo, La Stampa di Torino, Stampa Sera e con l’ emittente televisiva Videouno. Negli anni da studente vengono pubblicate le sue prime poesie nell’antologia di testi poetici giovanili Il rinoceronte tra le nuvole Genesi editrice 1982. Trasferitosi in Messico si diploma presso l’UNAM Università Nazionale Autonoma del Messico come professore di lingua italiana per stranieri. Attualmente vive a Caracas dove è stato coordinatore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura, assistente dell’attaché culturale in Venezuela e capo redattore de La Voce d’Italia.
Nel 2008 diventa coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti con lo scopo di promuovere la cultura italiana e venezuelana attraverso varie forme di interscambio culturale. In quell’anno collabora alla realizzazione del “El Bar del tiempo” -organizzato con il poeta italiano Davide Rondoni- in cui un gruppo di 20 giovani artisti venezuelani ha trasformato in opere d’arte alcune sue poesie, opere poi presentate nel Museo di arte Contemporanea di Caracas accompagnate dalla lettura del poeta.
Nel 2010 ha adattato e messo in scena l’opera di videoteatro Pedro e il capitano di Mario Benedetti. In collaborazione con l’attore Ezio Falcomer ha creato una serie di vision book che, utilizzando un nuovo stile comunicativo di facile e rapida diffusione, incuriosiscono il fruitore al fine di destare il suo interesse nei confronti della letteratura e della video arte.
E’ del 2013 il libro in prosa poetica Odore a Torino-Caracas senza ritorno scritto e pubblicato in italiano e spagnolo dalla casa editrice Edizioni Arcoiris Salerno; le copertine e le illustrazioni che completano il testo sono opera dell’artista argentina Mariana De Marchi.
Da ottobre 2014 collabora alla redazione culturale della rivista web Agorà Magazine di cui è stato uno dei fondatori della redazione in Venezuela. Nel 2014 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival Mondiale della Poesia di Caracas Nel 2015 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival del teatro di Caracas con l’opera di video teatro: ”Cronaca di un cronista urbano Pedro Lemebel”.

 

 

 

 

Il nonno di Dahlmann, come il nonno di Borges, è morto in una delle tante battaglie di frontiera: Francisco Borges, famoso per la partecipare in numerosi scontri con gli ondigeni, “Nel 1872 mio nonno Borges era capo dei confini Nord e Ovest di Buenos Aires e il Sud di Santa Fe” (in Jorge Luis Borges, <Il guerriero e la prigioniera> l’Aleph …).