INTERPOLAZIONE

Dall’oculo attento fra le torri

è chiaro ormai l’ombra s’incanala

per le rughe del monte, corre

              per segrete rispondenze

lungo le praterie brumose

il tessuto dei richiami

 

e io che solo tra le novantanove come un pazzo

a soffrire di quell’assenza, del suo lasciarmi

per fiducia, è evidente, malriposta

 

ma appena un passo e so ch’è qui, oltre

il deserto dei pensieri vani

il brillìo del Nome

                          Misericordia.

 

Si staglia il roveto ardente

del rovere sui pascoli

rugginoso olocausto

di gloria, malia

a indorare il mattino. Così

 

è la grafia nella pagina spoglia

che dalla stanza in cima

alla torre, policromo

tappeto prono al pavimento

non faccio altro

                    ti attendo.