Sale lento il canto dei novellatori
un gioco di sguardi
riflette le brume notturne.
Il rubino del vino accende il sagrato
zampognari e voci lontane….
scalpiccìo di passi
tufi scrostati… corre l’orma degli avi.
Ma gli occhi bruciano
fissano il canto dei novellatori
e le nebbie dei fiati.
S’aggirano e sprofondano
i vicoli inquieti
d’ombre clandestine.
Mi preme la notte che fugge
un rimorso senza destinatario.
Mi addosso all’oscuro
-
ma non per morire-
mi abbandono al languore
del canto repente.
Una pallida assenza
schianta ancora
Il corpo s’è schiuso
e il volto confuso.
Così sospinta e indomita accolgo
-trepida girovaga-
l’acerbo sentire.
Trama il canto dei novellatori
e sbuca vacillante la notte ormai scalza.
Naufraga e vinta … la voce di te.
S’infittisce la nebbia.