Gianpaolo G. Mastropasqua, “In silenzio maggiore” (Contatti, 2022) Nota di Gabriella Cinti

Gianpaolo G. Mastropasqua, “In silenzio maggiore” (Contatti, 2022)
Nota di Gabriella Cinti

In silenzio maggiore si apre con La zanzara che ci ama da sempre, un racconto in prosa onirosofica. Fin da subito, Mastropasqua si affida a un’epifania sciamanica per cogliere il cuore misterioso della verità, nascosto, talvolta, alla ragione e accessibile, forse, soltanto nella “pazzia”, intesa come “capacità di aver superato la visione”. Subito a seguire rispetto a questo intensissimo testo di sapore gogoliano, incentrato sull’interrogazione sul senso del Dolore, tutta l’ampia sezione poetica del libro sembra dar voce a uno sguardo dall’altrove, a una visione propriocettiva che si snoda in vertigini analogiche e sinestetiche atte a dispiegare un vero e proprio “mondo inverso” di carattere essenzialmente metafisico. La fisicità poetica di Mastropasqua possiede infatti una carica astrattiva prodigiosa (“il mio corpo prendeva le forme del silenzio”), pur non abdicando a una sensorialità diffusa e pervasiva, tanto da distillare il senso di una fusione in atto fra natura e uomo – abolita ogni barriera concettuale nel cortocircuito della parola demiurgica, come p.es. in “e il grido dell’uomo diviene tramonto”.
Tutte le parti del corpo sono protagoniste di questo viaggio orfico del conoscere, nella mente diffusa che circola in vertigine nelle funzioni fisiche, per ritrovare la libertà di sempre nuove composizioni percettive, entro una cifra immaginativa che si potrebbe dire, forse, fra surreale e cubista: “La nuca entrò nel mattino e aprì gli occhi”. Ma tale fluire proteiforme investe la stessa scrittura come azione botanica – secondo le folgoranti metafore del poeta: “Scrivere è atto nudo di alberi”, “la botanica dei tuoi occhi” – calandola in una dimensione panica e metamorfica originale e pregnante.
Percorre i testi di Mastropasqua un senso inquieto di sradicamento, dall’esilio temporale dal mondo infantile alla perduta patria dei primordi, verso cui l’autore avverte un’intima e potente adesione – “quell’accordarsi primitivo”. Fasi vitali e arcani preistorici turbinano tra i versi, imprimendo a questo singolare viaggio di veggenza poetica la marca dinamica del volo. Un volo utopico ma anche regressivo, tramite il quale sia possibile ritrovare i volti dell’autentico: “Domani saremo bambini”. Questa felice stagione è anche depositaria di sapienza oracolare, prebabelica, fusionale: di lampi che ritornano si nutre appieno la poesia sciamana di Mastropasqua, che coniuga saggezza e follia, conoscenza e vertigine, vita e morte, in quanto movimenti cardiaci in sistole e diastole del medesimo universo significativo. I versi di Mastropasqua “danzano in una eterna ora d’aria”, perché il tempo profondo dal quale la voce del poeta risale sulla pagina fa vorticare stagioni ed ere, storie e paesaggi in una compresenza circolare in cui l’attimo può istantaneamente saldarsi a momenti arcani e arcaici o annullarsi nel pre-tempo o nell’oltretempo: lì dove il soggetto poetante si con-fonde, come negli istanti di eros, dentro allo sfondo fisico-metafisico che lo circonda, fatto di pietra, vento, erba, terra…

Gabriella Cinti

 

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Via Fori Imperiali

Camminavo respirando visioni morbide
antiche come la Terra sotto il primo piede
non ascoltavo la ragazza frenetica
ma l’aria eterna che bucava le mani
ungendo le dita d’argilla e tempesta
mentre l’iride ingoiava pietre millenarie
il mio corpo prendeva le forme del silenzio
e migrava nella città sepolta.

*

A Sud

Tra le vie rattoppate di grigio fragile
oltre due argini di muretto a secco
sfocia il cielo mai visto del silenzio
frane di nubi in sterminati greggi
contorsioni, visi colorati a metà:
un bianco disegna oceani morbidi
e il grido dell’uomo diviene tramonto.

*

Discendenze

Scrivere è atto nudo di alberi
albe imperlate su scrittoi spezzati
tempo che mutila mani agli angeli
negli angoli domestici delle primavere
preadamitiche, nei prati poltacei
degli alfabeti placidi, dove pire
di figlie dormono danzando
fino al battesimo della parola.

*

 

Gianpaolo G. Mastropasqua è nato a Bari nel 1979. È poeta, medico psichiatra e Maestro di musica. I suoi ultimi libri pubblicati sono Viaggio salvatico (Ed. Fallone, 2018, pref. di G. Conte, Premio Internazionale Nabokov) e Ologramma in La minore – Accordatura orchestrale 432 Hz (Ed. Caosfera, 2019, con note di T. Kemeny e V. Colonna, fotografie di D. D’Angelo, Premio Speciale del Presidente delle Giurie Bologna in Lettere). Di recente per l’associazione culturale Contatti ha pubblicato, nella collana di poesia diretta da Massimo Morasso, In Silenzio maggiore – poesiaconcerto (1999-2005), un libro che comprende le sue prime raccolte, ormai introvabili. È presente in svariate antologie italiane ed estere, nell’Atlante della Poesia Contemporanea “Ossigeno nascente” dell’Università di Bologna, in VIP (Voice of Italian Poetry) dell’Università di Torino e in Poetry Sound Library – Mappa Poetico-sonora della Poesia Mondiale. Ha ideato e co-diretto, tra gli altri, il Grand Tour Poetico. È uno dei 7 poeti italiani scelti nel film di Donatella Baglivo Il futuro in una poesia (2017, Mostra del Cinema di Venezia). È stato tradotto in spagnolo, rumeno, tedesco, inglese, greco, turco e cinese. Nel 2021 ha ricevuto i riconoscimenti internazionali Premio D’Eccellenza alla Cultura “Citta del Galateo” in Roma Società Dante Alighieri, il “The Light of Galata” dell’Istanbul Arts Culture and Tourism per essere “Luce scintillante nel campo delle Arti” e il Naji Naaman Literary Prize per la Creatività. È stato inserito Nell’Annuario Internazionale Artisti Mondadori ’22.

Gabriella Cinti, nata a Jesi, è italianista, grecista, poeta, scrittrice, saggista, performer in greco antico. In poesia ha pubblicato Suite per la parola (Péquod, 2008), Euridice è Orfeo (Achille e la Tartaruga, 2016), Madre del respiro, con la prefazione di Alberto Folin (Moretti & Vitali, 2017), La lingua del sorriso: poema da viaggio con il saggio introduttivo di Francesco Solitario (Prometheus, 2020) e Prima (puntoacapo, 2022). Intensa è la sua produzione saggistica: Il canto di Saffo – Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci (Moretti & Vitali, 2010); Emilio Villa e l’arte dell’uomo primordiale: estetica dell’origine (I Quaderni del Bardo, 2019, Ebook Amazon); All’origine del divenire. Il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa con prefazione di Gian Paolo Renello (Mimesis, 2021).

 

FOTO DI PROPRIETA’ DI DINO IGNANI