Freddy Castillo Castellanos – Inediti (Traduzione di Marcela Filippi Plaza)

CASTELLANOSFreddy Castillo Castellanos (1950). Avvocato, scrittore e docente nato a Barquisimeto (Venezuela), dove risiede. Rettore-Fondatore dell’Università Nazionale Sperimentale di Yaracuy (1999-2011). Direttore e professore di seminari e di laboratori di poesia presso la Casa de las Letras “Antonio Arráiz”. È stato membro del consiglio direttivo della casa editrice Biblioteca Ayacucho ed è stato membro del consiglio dei lettori della casa editrice Monte Ávila, Caracas. Autore dei seguenti libri di saggi letterari: Incisioni; Sucre, il più sereno degli eroismi, La scienza della cavalleria andante; La gastronomia come patrimonio immateriale. Ha fondato e diretto le riviste letterarie Letra Continua e Papel Abierto. 

Freddy Castillo Castellanos 
Inediti

Traduzione a cura di Marcela Filippi Plaza

*

CETRERÍA

Amaba la alquimia y los poemas
Era letrado triste y ardoroso
Le compuso a Constanza algunos versos
que llegaron a sonar purísimos
en la noche siciliana
Pero su fuerte eran el trono y la caza
Disponía de halconeros y de pajes
con esa rara complacencia
que suelen tener los sabios cuando aman
Nada le hicieron a su alma dos excomuniones
anodinas y torpes como todas
Era primo de Tomás de Aquino
Era poderoso pero también poeta
rareza que la Historia y Platón
no comprendieron nunca
menos la vida turbia
de los pobres ejércitos del Papa
Se llamaba bellamente Federico II de Suabia

FALCONERIA

Amava l’alchimia e le poesie
Era letterato triste e ardente
Compose alcuni versi per Costanza
che suonarono purissimi
nella notte siciliana
Ma il suo forte era il trono e la caccia
Disponeva di falconi e di paggi
con quella rara compiacenza
che sono soliti avere i saggi quando amano
Nulla fecero alla sua anima due scomuniche
anodine e ottuse come tutte
Era cugino di Tommaso d’Aquino
Era potente ma anche poeta
rarità che la storia e Platone
non compresero mai
ancor meno la vita torbida
dei poveri eserciti del Papa
Si chiamava bellamente Federico II di Svevia

*

MNEMÓSINE

La memoria y el azar poseen hilos secretos que se cruzan en su lugar predilecto: el laberinto.
La memoria tiene pasadizos ocultos, pero no se pierde. Tú te pierdes en ella.
Perder la memoria, en realidad, es perderse en la memoria. Es perder su hilo.
La memoria también es un bosque. Sus árboles, a veces, no te dejan verla. Procura siempre alcanzar un claro en su interior y trata de leer desde allí
a María Zambrano, como quien celebra un ritual arcaico.
La memoria tiene vida propia. Tú no la tienes. Ella te tiene a ti.
La memoria tiene más futuro que pasado, aunque contenga todos los pasados.
La memoria puede ser silenciosa e invisible, pero está ahí, más viva que nunca, acechándote.
Cuando la memoria habla, tú callas. Cuando la memoria calla, tú ni hablas ni escribes. Te dejas llevar por su rumor.
La memoria no escribe hoy porque lo escribió todo mañana.
La memoria atesora personajes que parecen perdidos para siempre. Un día, que puede ser hoy, uno de esos personajes aparece y te dice lo que nunca se atrevió a decirte hace décadas. Son las viejas celadas de Mnemósine, madre de todas las musas.
La memoria se detiene algunas veces y rememora. Después vuelve con más bríos y te inunda.
La memoria es una mañana en el mar porque dos amantes escuchan el aria de las Bachianas brasileiras Nro. 5 de Villalobos.
La memoria es un territorio infinito, un légamo que no termina.
Pero la memoria suele dislocar su brújula y se va al pasado, por irse al futuro.
Se equivocó la memoria. Se equivocaba.

MNEMOSINE

La memoria e il caso posseggono fili segreti che si incrociano nel loro luogo prediletto: il labirinto.
La memoria ha passaggi occulti, ma non si perde. Tu ti perdi in essa.
Perdere la memoria, in realtà, è perdersi nella memoria. E’ perdere il suo filo.
La memoria è anche un bosco. I suoi alberi, a volte, non ti permettono di vederla.
Procura sempre di raggiungere una radura al suo interno e cerca di leggere da lì
Maria Zambrano, come chi celebra un rituale arcaico.
La memoria ha vita propria. Tu non ce l’hai. Lei ha te.
La memoria ha più futuro che passato, sebbene contenga tutti i passati.
La memoria può essere silenziosa e invisibile, ma è lì, più che mai a braccarti.
Quando la memoria parla, tu taci. Quando la memoria tace, tu non parli né scrivi. Ti lasci trasportare dai suoi rumori.
La memoria non scrive oggi perché ha scritto tutto domani.
La memoria raccoglie personaggi che sembrano perduti per sempre. Un giorno, che può essere oggi, uno di quei personaggi appare e ti dice ciò che non ha
mai osato dirti da decadi. Sono le vecchie insidie di Mnemosine, madre di tutte le muse.
La memoria qualche volta si ferma e rimembra. Dopo torna con più brio e ti inonda.
La memoria è una mattina al mare perché due amanti ascoltano l’aria delle Brachianas Brasileiras nro 5 di Villa-Lobos.
La memoria è un territorio infinito, un limo che non finisce.
Ma la memoria di solito disloca la sua bussola e se ne va al passato, per andare al futuro.
Si è sbagliata la memoria. Si sbagliava.

*

ROTHKO

Han salido del convento.
Él la toma de la mano y miran el cielo de Florencia.
Por la dulzura de su Anunciación
y por el espacio armonioso de sus frescos,
invocan, agradecidos,
el nombre de Fra Angelico.
Hace poco, en Roma, supieron
que ella dará a luz el próximo diciembre.
Un dulce asombro los conmueve.

ROTHKO

Sono usciti dal convento.
Lui la prende per mano e guardano il cielo di Firenze.
Per la dolcezza della sua Annunciazione
e per lo spazio armonioso dei suoi affreschi,
invocano, grati,
il nome di Fra Angelico.
Recentemente, a Roma, hanno saputo
che lei darà alla luce il prossimo dicembre.
Un dolce stupore li commuove.

*

 

EL PAISAJE SOY YO

El paisaje invisible.
El hombre ante el paisaje invisible, es el paisaje.
Ante el paisaje total,
el hombre siempre se hace invisible.

IL PAESAGGIO SONO IO

Il paesaggio invisibile.
L’uomo davanti al paesaggio invisibile, è il paesaggio.
Davanti al paesaggio totale,
l’uomo sempre diventa invisibile.

*

DOS PAVESIANAS Y UN GATO

I

Porque la siento en el aire,
lo que me gusta de Roma
es su manera de perder el tiempo.
Si bebo una copa,
no es como en Turín.
Allá bebo de rabia…
En cambio, en Roma,
siento que el vino
entra y me recrea por dentro.
Y sueño que el mundo es un camino infinito,
como Roma.

II

No sé si vengo de la colina o del valle,
de los bosques o de una casa con balcones.
Este pueblo, donde no he nacido,
durante mucho tiempo fue para mí el universo.
En él se cultiva la uva que se vende en Canelli.
También, se recogen las trufas
y se llevan a Alba.
Tengo para mí que las colinitas de Canelli
son la puerta del mundo.

*

DUE PAVESIANE E UN GATTO

I

Perché la sento nell’aria,
ciò che mi piace di Roma
è la sua maniera di perdere tempo.
Se bevo un bicchiere,
non è come a Torino.
Là bevo per rabbia…
Invece, a Roma,
sento che il vino
entra e mi ricrea dentro.
E sogno che il mondo sia un cammino infinito,
come Roma.

II

Non so se vengo dalla collina o dalla valle,
dai boschi o da una casa con balconi.
Questo paese, dove non sono nato
durante molto tempo fu per me l’universo.
In esso si coltiva l’uva che si vende a Canelli.
Parimenti, si raccolgono i tartufi
e si portano ad Alba.
Tengo per me che le collinette di Canelli
siano la porta del mondo.


Marcela Filippi Plaza (1968), laureata in lingue e letterature straniere, è una traduttrice cilena che vive in Italia.I suoi studi e traduzioni hanno contribuito in maniera importante alla diffusione diell’opera di poeti latinoamericani, spagnoli e portoghesi in Italia. Il suo alto grado di conoscenza delle lingue le è servito per poter sperimentare anche nuove attività editoriali. Ideatrice del progetto delle antologie bilingue Buena Letra 1 (2012) e Buena Letra 2 (2014) di scrittori ibero-americani tradotti per la prima volta in italiano, e della collana monografica bilingue Fascinoso Verbum che, nei primi tre volumi comprende, il poeta e critico letterario italiano Domenico Cara, la poetessa cilena Jeannette Núñez Catalán, e il poeta spagnolo Miguel Veyrat; di sua cura e traduzione Urbs Aeterna (Edizioni Talos, 20 sonetti dedicati a Roma) di Julián Isaías Rodríguez. Dirige la collana bilingue Hypatia per la casa editrice Talos, collabora con case editrici e diverse riviste di poesia italiane e latinoamericane. Attualmente è impegnata nell’edizione e traduzione di un’antologia biingue sull’opera del poeta italiano Valerio Magrelli e di altri due poeti di lingua spagnola . E’ in corso di preparazione l’antologia bilingue Letras (ex Buena Letra). Per la rivista di poesia Atelier ha tradotto Edmundo Herrera, Marta López Vilar, Santos Domínguez Ramos, María Isabel Saavedra, e José Angel García Caballero, José Cereijo, Homero Carvalho Oliva, Miguel Veyrat, Verónica Pedemonte Morillo Velarde, Javier Lostalé.

Fotografia di proprietà dell’autore.