Franco Arminio – Tre inediti

ARMINIOFranco Arminio è nato e vive a Bisaccia in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato una ventina di libri. Ricordiamo, tra gli altri, Vento forte tra Lacedonia e Candela (Laterza), Terracarne (Mondadori), Cartoline dai Morti (Nottetempo) Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori), Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere). Si occupa anche di documentari e fotografia. Come paesologo scrive da anni sui giornali e in Rete a difesa dei piccoli paesi. Attualmente è il referente tecnico del Progetto Pilota della Montagna Materana, nell’ambito della Strategia Nazionale delle Aree Interne. Ha ideato e porta avanti La casa della paesologia a Trevico e il festival La luna e i calanchi ad Aliano.

Franco Arminio
Tre inediti

Ecco, ora il cuore è senza pesi,
anche se è notte la vista è buona,
mi è caro un angolo di cielo, l’albero
dell’ultima piazza sta nel suo nero,
il serpente è sotto le pietre,
un pallone prende freddo sul balcone.
Un’ora fa stavo morendo,
ho chiuso un poco gli occhi
poi mi sono curato scrivendo.
La vita ora ha un bel caldo nelle mani,
il pensiero gira nella carne senza coltelli.
Mi fa piacere che so dire cose che si capiscono
e mi fa piacere che so cosa non dire.
Mi piace lavorare
per essere più semplice e preciso.

*

Ho un amore sconfinato per la poesia.
Cerco qualcosa in questo mondo
che non è di questo mondo.
Ho molta paura di morire.
Ho poco rispetto per gli altri.
La tristezza e la gioia
arrivano e vanno via molto presto.
Non ho una mente sociale.
Non conosco il sentimento dell’amicizia,
a meno che non sia arrampicata
sugli ultimi scalini dell’universo.
Dell’amore non so niente,
amo molto ma non so come si ama.
I paesi li spio, non so vivere in un paese,
non sono mai stato dentro un bar
col cuore in pace.
Gli alberi comincio a capirli solo adesso.
Gli animali li guardo da lontano,
l’unica bestia di cui mi preoccupo sono io.

*

Fra poco saranno 58 anni di paura.
Vivo nella casa in cui sono nato,
sto qui con poco sonno
e poco paese intorno:
non esco per parlare
esco per telefonare.
Dell’Italia amo solo qualche residuo antico,
amo le case abbandonate,
le persone quando svelano un dolore
acutissimo, un desiderio assurdo,
un segreto.
Sto spesso nella Rete
che è insieme imbuto e squarcio,
finestra e prigione.
Ho due figli che cantano e suonano
e non so se mi somigliano.
Viaggio molto ma esco poco.
Mia madre mi tiene ancora nel suo cuore.

 


Fotografia di proprietà dell’autore.