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Francesco Costa, “Castigo” (Nulla Die Edizioni, 2023) – Anteprima editoriale

Francesco Costa, originario di Belluno e laureato in Scienze Internazionali e Antropologia, vive e lavora a Venezia. I suoi versi sono stati pubblicati da riviste letterarie e antologie, tra cui Poetry Factory, Il Visionario, L’Altrove, 210A, Atelier, LaboratoriPoesia, Asterorosso e Inno all’Infinito, curato da Bruno Mohorovich (Bertoni, 2021). Scrive pezzi di prosa fantastica per il quotidiano Il cucchiaio nell’orecchio e le sue opere di fotografia e pittura sono raccolte sul sito thisminimalshit.com. È autore delle raccolte di poesie Cipango (2020) e La foresta dei cedri (2022), editi da Ensemble, e del fantasaggio satirico-filosofico Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022).

 

*        *        *

 

Ho chiamato
un Dio che parla
dando fuoco alle foreste secolari

ammazzando i figli altrui
un Dio geloso, che punisce
nei figli la colpa del padre

il Dio delle spiagge d’agosto
dei bambini annegati.

Mi ha risposto
un fiore di ciliegio
fuggito
per miracolo
al suo piede

al castigo.

 

*

 

Non rendiamo niente a Dio
rinunciamo a tutto
perché assieme all’agnello
vengono i macelli
le tigri
l’omicidio.

 

*

 

Della vita.

La volpe non biasima
la trappola, né il cacciatore
né sé stessa
ma macina bestemmie
mentre aspetta
ferita
qualcosa
che non sa.

 

*

 

Sei gradi sopra lo zero
tanti e rotti gradi
sotto il resto
o una mattina presto
tutto è crocifisso a qualcosa
alle voci dei bambini
agli alberi feriti
che crollano nel fiume
ai divani, alle soglie
al lago gelato
quando avevo dieci anni.

Il mandato è terribile
sopravvivere all’inverno
sopravvivere alla croce
sopravvivere a sé stessi
guadagnarsi la morte
gridando più forte
d’un terremoto
o un’inondazione.

 

*

 

Non c’è testamento che tenga
nel giorno grande e terribile
del Signore,

niente profeti
e anche i deserti
sono cemento
scaldato dal sole

non c’è sura taciuta
o preghiera cicatrizzata
o sacrificio, di greggi intere

non c’è pietà infine,
prima del castigo

non c’è pietà,
dopo il castigo

la pietà
del misero, per la miseria sua
è il castigo.

 

*        *        *