Francesca Innocenzi, “Formulario per la presenza” (Edizioni Progetto Cultura, 2022) – Nota di Antonio Fiori

A cura di Antonio Fiori

 

La poesia che resiste al tempo e al dolore è quella che ogni poeta dovrebbe cercare, rileggendosi, almeno una volta nella propria vita. Lo fa proficuamente Francesca Innocenzi, scegliendo in questa auto-antologia i testi che ha sentito ancora vivi, o riscoperto come nuovi, portatori di sensi ulteriori a quelli della prima stesura.

Ce li porge in questo Formulario per la presenza, in cui invita in qualche modo anche noi a ritrovarci, oltre ogni cogito, oltre le inevitabili soste e deviazioni imposte dal dolore e dalle illusioni: non dire dove dilegua lo sguardo/ fattosi scatto del muto sparire. Scopre così che molti versi ci avvertivano senza che capissimo o ci consolavano misteriosamente in anticipo: il tempo anelato istante eterno/ è caduto come miele sul selciato...

È la ragione stessa della scrittura poetica, il suo tentativo ostinato di decifrare la vita mentre scorre. La polisemia si estende ad ogni rilettura, ad ogni rara modifica apportata, ad ogni mutare dell’età. In questo formulario l’autrice ritrova dunque, nei testi salvati, una presenza più consapevole, i pezzi di sé creduti persi.

 

*        *        *

*        *        *

 

il tempo trascorso è come una foto
dove non sai se guardare o morire

ovunque tentato trapassa il morire
nel vasto debitamente deposto

non dire dove dilegua lo sguardo
fattosi scatto del muto sparire

 

*

 

mi fa eco il tuo telefono
spento. Sottintende che il suono subìto
è inganno, arduo liminare.
la nota di ferma presenza
di là del frangente dei corpi
che frena diviso l’orizzonte.
di questo tempo spoglio sei tu l’evento
che a sfrangiarsi ricompare.

 

 

Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). È laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Attualmente insegna nella scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (2007), Cerimonia del commiato (2012), Non chiedere parola (2019), Canto del vuoto cavo (2021); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (2011); il romanzo Sole di stagione (2018). Ha diretto collane di poesia e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole» e collabora con il sito letterario Poesiadelnostrotempo. Ha ideato e dirige il Premio letterario Paesaggio interiore.