Flashes e dediche – 1.11 – La Zanzara di Gianmaria Giannetti

“Zanzara meno tennis” di Gianmaria Giannetti, è uscito circa un anno fa per la mitica Pietre Vive edizioni del great Antonio Lillo. Questo libro si pone in una atemporalità per la particolare impostazione visiva e di scrittura. Giannetti è un artista che si colloca, anzi che non si colloca tra la pittura e la sperimentazione linguistica. La sua “zanzara” , un piccolo gioiello, procede per scatti, sincopi, pungendo soprattutto per lo spazio/tempo in cui vola. I legami con il mondo degli anni geigeriani è evidente, ma non come forma di omaggio bensì proprio come forma stilistica che, però, assume connotati propri ed un’impronta identitaria unica. Recuperare Beltrametti, Spatola e altri ( anche Porta e Costa a mio avviso) è coraggioso, soprattutto quando dimostri di aver assimilato interiormente il tutto, allo scopo di  produrre un lavoro  non epigonico, ma usando una voce timbrica  personale e vibrante. Ecco perchè il ronzio ti accompagnerà in ogni stanza della casa.

(6/06/2012 , 02:19)

(e ancora la zanzara) senza tennis; Z – T;
o tigre tigre Stolz vecchio cane lupo che silenzio;
rosso rosso, azzurro azzurro, nero nero
quindi ancora in cima alla,
sono stato io, gli amici ti deludono, e tu
senza dire la verità; decido di omettere
non è la materia e/o è,
io decido di voler bene, mi dispiace,
ma siamo tutti soli, verrai a trovarmi,
quanti figli hai? È triste morire senza figli
bianco, bianco: sai;

(17/02/2016)
e, ho sempre voluto scrivere una poesia il 17 febbraio 2016;
ma oggi proprio oggi non ci riesco perché sono miliardario e anche senza
una lira e lunedì prossimo arriverà una cucina nuova Ikea perché
non si vendono i palazzi gli hangar e io, a me, non mi va più di fare delle
mostre solo per avere due cene in più alla taverna verde
e ascolto ancora i Kraftwerk e dico l’eterno riposo
così perché mio figlio non lo conosce e piange e al torneo di tennis ci vado
senza peso anche se io sono il più intelligente dei giocatori di tennis
ma bevo vino e birra e fumo e litigo e non vorrei più parlare
con nessuno perché è così facile ed io sono triste quando mi sveglio
al mattino perché vorrei volare almeno (dal balcone) ma non ci riesco
e poi Lacan o tra i palazzi mi nascondo e in un bar oggi pomeriggio due
uomini parlavano di come bisogna calcolare l’Iva ma non hanno mai letto Celine:
è evidente. ed E. è uno scrittore di merda, e Aldo Nove mi pare troppo furbo
per essere un mio amico o, e, perché in realtà, in Italia forse solo F. F. scrive
e io sono il migliore portiere del mondo, qualcuno dice che la casa è il progetto
di tutta una vita e io ti dico che la vita è il passaggio senza progetto di un
risultato eterno non misurabile e non temporalizzabile
o forse la vita è solo un paesaggio, a volte c’è il sole a volte la tempesta;
ma il sole non esiste e la tempesta è solo il sublime di Kant.