Giancarlo Baroni, Merli del giardino di San Paolo e altri uccelli, Mobydick editore 2009


La leggerezza dei Merli
lettura di Andrea Fallani

Ciò che per prima cosa colpisce, che disorienta il lettore dei Merli del giardino di San Paolo e altri uccelli di Giancarlo Baroni, è sicuramente la mutevolezza, la leggerezza e la fluidità dell’io lirico: colui che parla, o meglio canta, a volte è un essere umano, non un poeta ma un qualsiasi individuo; altre un uccello, e raramente un volatile sui generis, al contrario, spesso si tratta di una specie ben precisa (Tarabusino, passeri, rondone e quaglia è il titolo di una delle poesie in cui sono i pennuti a parlare). Proprio questa precisione nel catalogare gli uccelli secondo un approccio scientifico, ordinatore e razionale è un’altra delle caratteristiche della raccolta. A prima vista si tratta di un’intrusione ingiustificata di un linguaggio tecnico-scientifico in un tessuto per il resto molto semplice, composto di parole d’uso quotidiano; risponde invece all’esigenza di chiamare le cose col loro vero nome, di non fare di tutta l’erba un fascio e semplificare una realtà eterogenea e variegata.Questa precisione ricorda il passo della vigna di Renzo al capitolo XXIII dei Promessi Sposi, dove Manzoni compie una minuziosa descrizione di tutte quelle varietà di piante («gramigne, di farinelli, d’avene selvatiche») che l’ignoranza dei contadini semplifica con il termine dispregiativo di «erbacce». Invece ogni erba, così come ogni volatile, e allegoricamente ogni essere umano, è diverso dall’altro, ha abitudini, gusti e comportamenti particolari che possono essere scoperti e capiti tramite l’osservazione; in un mondo che tende sempre più all’omologazione, dove diverso è sinonimo di sbagliato, la raccolta di Baroni ci spinge invece a riconsiderare la specificità come valore.

Federica Ziarelli – Due inediti

ZIARELLIFederica Ziarelli (1980) è nata a Perugia. Ha esordito nel 2010 con il romanzo ” Sono venuto a portare il fuoco” ma scrive da sempre. Nel 2016 esce per la casa editrice Midgard una raccolta di racconti e poesie: ” Aspettando l’ aurora“; nell’ estate del medesimo anno ha vinto il premio Midgard Poesia con la silloge ” Gli occhi dei fiori.”È stata curatrice di rubriche letterarie per blog e coordina presentazioni ed eventi d’arte.

Federica Ziarelli
( Due inediti)

*

Il volto delle favole è bello
e molto stanco
tutte le sere aggrappato alle voci per farsi narrare

Alla lingua di mia nonna restava
appeso per ore
e sbadigliando scopriva
denti chiarissimi

Mi imbiancava le trecce
allora la neve della Regina cattiva
tra le palme piccine
si infittivano di Cappuccetto Rosso
i lamponi raccolti per disobbedienza

Ibrida la realtà, tra i sudori della febbre
e la meraviglia dell’immaginazione
scalpitava strana e allegra come
un pallido unicorno
con le setole irte di un maiale.

*

Dal racconto del prato

                                      Omaggio a Walt Whitman

Un bambino mi chiese
Cos’è l’erba
chi sei tu?
Dovrei rispondere
facile la parola
dopo millenni
di verde in me,
di primavere esplose
tra i miei capelli
se si chiamano capelli
le chiome di aprile
quando sono fecondo di pollini
scomposto dal vento
adorno di api e farfalle
e contento di respirare ancora
io fiato della terra
la barba del cielo sfoggiata
al mattino
o di esso il pianto inespresso
inselvatichito.

Di me è il corpo che non volendo
frusta la corsa di polpacci
che pure si schiude
tutto un frusciare
fresco talamo
per poi chinarsi
sul corpo di amanti
giù tuffati
a raffica di stelle cadenti


 

Fotografia proprietà dell’autrice.