Febbraio o forse le nocche, quel che resta
di traverso al cuore, oggi ventinove volte
pare di morire. Così ogni notte per
il forte braccio dello strazio
scrivo e rivolto il personaggio di me
nel petto tribù che coltiva un deserto,
pietre, fuochi, lacci, e ora piegata
a La Mecca, Israele, Betlemme
per mantenere il passo del nano
che incendia con guasto la sua casa
e non s’arrende, salta salta
porta la pelle di sua madre al banco
in cambio d’un tacco più alto.