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Eliza Macadan – Inediti

Eliza Macadan, nata nel 1967 a Jude?ul Bac?u, nella regione moldava della Romania, è un’importante poetessa e traduttrice romena. Poliglotta (la sua prima lingua non è stata nemmeno il rumeno ma il moldavo), Macadan ha vissuto per dieci anni in Italia e scrive molto nella nostra lingua, oltre che in romeno e francese, e oltre a conoscere il russo e l’inglese. Ha pubblicato in Italia le raccolte di poesie Frammenti di spazio austero (Libroitaliano, Ragusa, 2001), Paradiso riassunto (Joker, Novi Ligure, 2012), Il cane borghese (La Vita Felice, Milano, 2013),  Anestesia delle nevi (La Vita Felice, Milano, 2015), Passi passati (Joker, Novi Ligure, 2016), Pioggia lontano (Archinto, Milano, 2017), Pianti piano (Passigli, Firenze, 2019). Ha ottenuto in Francia il Premio Leon Gabriel Gros 2014 per Au Nord de la Parole. In Italia Anestesia delle nevi è stato finalista ai premi Camaiore e Fabriano 2015. Molte delle sue poesie sono scritte e concepite in italiano e questo fa di Eliza Macadan un caso molto atipico di autrice italiana, anche perché, a differenza di altri autori che sono transitati da una lingua all’altra, la poetessa rumena non ha mai del tutto abbandonato la scrittura in altre lingue. E’ da poco uscita per la casa editrice argentina Espacio Hudson Ediciones la traduzione di Pianti piano (Llantos Despacio, 2020) ed è in preparazione presso l’editore francese La passe du vent la sua raccolta dal titolo Lettre de Bucarest.

***

mi guardi come
sto invecchiando la mattina
presto strizzo gli occhi
come la bimba che ha visto la prima
lampada accesa le stelle erano
alte giganteschi pianeti dove passeggiavo
con l’odore di fieno nella bocca
aperta ora le stelle stanno appese
ad un filo di Tua Volontà
sono qui vicine scese sulle spalle
della vita che sale a Gerusalemme

*

una lacrima a forma di cuore
suona il tuo arrivo scende
in terra il trono con poteri pronti
per fare una pace nuova
I pianeti viaggiano come sassi sparsi
attraverso l’universo disteso
per festeggiare un’era che era il tuo
sogno segreto di bambina
si apre una calle nella valle
passano i Tuoi passi ruscelli biblici
cullano arche di carta pergamena
in attesa di una specie nuova

*

quest’inverno esaurito
sfuma dalle narici dei lupi
quest’inverno scivola
dal tetto nella mia tazza bollente
pesa sulle spalle delle Alpi una
glaciazione annunciata negli
altoparlanti appese ai lampioni
le strade si aprono a
quest’inverno così ultimo