BARBATO

Eleonora Rimolo, “La terra originale” (Collana Gialla Pordenonelegge.it – Lietocolle) – Anteprima editoriale

41603585 458359367986763 1985762156322226176 nEleonora Rimolo (Salerno, 1991), laureata in Lettere Classiche e in Filologia Moderna, è dottoranda in Studi Letterari presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato il romanzo epistolare Amare le parole (Lite Editions, 2013) e le raccolte poetiche Dell’assenza e della presenza (Matisklo, 2013), La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi), Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva). La terra originale è il suo ultimo libro, pubblicato nella collana Gialla Pordenonelegge.it-Lietocolle (2018, Premio “Minturnae”). Con alcuni inediti ha vinto il Primo Premio Ossi di seppia (Taggia, 2017). È Direttore per la sezione online della rivista Atelier.

Eleonora Rimolo
Tre testi da “La terra originale”

Perché i giorni dobbiamo viverli tutti
anche quelli in cui ci si chiede
cosa ci faccio qui, adesso?

e poi una sera finalmente la senti
anche tu questa sete
che ha martoriato i campi:
ora puoi berne, puoi bere
stanotte ogni nostro
imperativo senza temere
l’aceto, davvero ogni cosa
secondo natura, tesa
alla vertigine carezzata
dalla benedetta salvezza.

*

Accade. Senza rimedio come in un quadro
dalla finestra l’uomo seduto ricurvo sul letto
è una macchia di colore, una scala di grigi,
tono su tono dentro questa cornice di pioggia.
Qualcun altro se ne va senza essersi rialzato:
non si dura molto fuori dai propri ospedali.
Il Levante ha portato ai miei piedi
un torsolo di mela, fradici scarti che dovrò
ripulire con la tua voce annodata alla porta,
quando la vecchiaia era un debito
da saldare, e cadendo ogni volta non cercavi
soccorso, solo più tardi domandavi un sorso
d’acqua e con le labbra tumide chiedevi
ancora.

*

Nella combustione l’obbedienza si perde
a questo dovere o a quell’altro e accade
che ognuno riguardi alla sua libertà
più teneramente: come quei feticci invano
adorati ci accordano il loro silenzio
i gabbiani così volano alti senza il grido
salvi dalle loro fascine: contano le ali,
si ritrovano lacerati e leggeri,
in numero dispari.

 


Foto di proprietà di Daniele Ferroni.

copertina Gialla Rimolo