Dove dormono le anime innocenti

Il mare è calmo, incantevole

nel mutare dall’alba al tramonto.

Un ponte che collega terre, unisce culture,

uomini da tutto il mondo, ma nel fondo…

cela la sua triste sorte di feretro,

esistenze frantumate come il vetro.

E quando la Luna dona il suo chiarore,

tra il crepuscolo serale e quello mattutino,

esso conserva le identità di chi lo ha navigato,

di chi ha cercato un nuovo destino,

amore, sogno o dolore.

 

Volti-maschere tristi, ombre consumate

nella speranza di una vita migliore.

Con i cuori in cerca di uno scrigno di pace,

dove riporre i ricordi strazianti.

Persone che non hanno più nome,

ricordati solo come migranti.

 

E quelle acque, colore della libertà,

cullano corpi-relitti, senza più sperare,

giovani età al regno di Poseidone.

Abissi-abbraccio eterno stringono

un ragazzino e la sua pagella,

orgoglio del sapere… Gli occhi fissi a vedere

allontanarsi l’ultima stella.

 

E noi-muri, al di là del mare,

che ci assolviamo dispensando colpe,

e chiudiamo porti, cuori e porte,

a chi tende mani-grida d’aiuto.

Noi! Che non vediamo il sangue

macchiare le nostre e per non

sentirne l’odore, tratteniamo il fiato.

Noi! Ombre-cieche,

guardiamolo bene quel mare,

quelle acque trasparenti,

quel mondo pieno di sogni…

È lì, che dormono le anime innocenti.